CAGLIARI – Blitz e schiaffi dopo un’irruzione di ultrà ad Assemini, dove il Cagliari è in ritiro in vista della partita di domani pomeriggio con il Napoli. Aggressioni ai giocatori ma anche al personale tecnico della squadra, oltre a insulti e percosse. Il motivo per ora non è chiaro, la vicinanza alla zona retrocessione della squadra è l’ipotesi più probabile, è attualmente penultima con 21 punti.
Sono stati una ventina gli ultras che hanno fatto l’irruzione nei confronti dei giocatori, chiusi da lunedì nel centro sportivo di Assemini. Poco prima delle 20, i supporter sono entrati, senza troppe formalità, nella casa rossoblù e hanno iniziato ad inveire contro la squadra. I toni sono stati particolarmente accesi tanto che più che un confronto ha assunto quasi i contorni di uno scontro fisico. Si è quasi arrivati alle mani e di sicuro quel feeling di inizio stagione tra una parte della tifoseria rossoblù e il Cagliari è stato definitivamente compromesso. Nel mirino sono finiti tutti indistintamente, accusati di uno scarso impegno e di una poca passione verso la maglia indossata, mentre le richieste sono state le solite: maggiore attenzione e vittorie. I tifosi sono stati poi ricevuti da una delegazione della squadra e dallo staff tecnico e questo è stato il momento di maggiore tensione perché in più di una occasione si è sfiorato il contatto fisico.
Stamattina la squadra ha tentato di tornare alla normalità, dopo il blitz degli ultrà: allenamento alle 10 e poi conferenza stampa alle 12 con il tecnico Zdenek Zeman. L’unico fuori programma sarà l’incontro fra il presidente Tommaso Giulini e la squadra, per valutare anche la condizione psicologica dei giocatori a poche ore dall’irruzione, ma anche dal duro e inaspettato confronto con i tifosi. L’obiettivo è quello di ritrovare subito la concentrazione in vista della partita di domani in casa contro il Napoli.
Intanto dalla Questura sono già partite le indagini per fare piena luce su quello che è accaduto ieri poco dopo le 20 ad Assemini e soprattutto per identificare i responsabili del blitz. Non è la prima volta che accade a Cagliari: nel 2005 gli ultras avevano fatto irruzione nel centro sportivo per contestare la decisione della società che aveva richiamato in panchina l’allenatore Daniele Arrigoni. Il mister di Cesena fu esonerato dopo appena una partita. Ora, a distanza di dieci anni, un nuovo blitz.
La società ha spiegato l’episodio: “La squadra ha saputo che i tifosi si trovavano al di fuori del centro sportivo ed ha deciso di incontrarli per spiegare in un confronto le sue ragioni, del resto è stato sempre il comportamento della società di confrontarsi con i tifosi – ha detto a Sky il vicepresidente rossoblù Stefano Filucchi – E’ stato un confronto duro, dai toni accesi, e a qualcuno è stato contestato lo scarso impegno. C’è molta amarezza per la posizione di classifica. Dopo il confronto la squadra ha fatto la normale riunione tecnica ed è tornata in camera e stamani si svolge la seduta di allenamento normalmente”. ‘Sputate sangue per la maglia, mercenari’, è la scritta lasciata dai tifosi del Cagliari. “Ad alcuni giocatori è stato contestato uno scarso impegno. Noi riteniamo che i nostri ragazzi si impegnino tutti fortemente, non credo e non ci risultato comportamenti non coerenti e non compatibili con l’attività di impegno in un momento così importante del campionato. Certo è che la discussione è stata accesa e mal si concilia con la tendenza del presidente e della società di avere un dialogo con tutti. Non so quanto sia stato utile ai ragazzi durante il ritiro avere questo confronto, ma così ha deciso di fare la squadra, ma non è successo niente di irreparabile, anche se è un fatto non ordinario per una squadra”, ha aggiunto il vicepresidente rossoblù.
ultrà
- Protagonisti:
- zdenek zeman
Fonte: Repubblica