In Alta Sassonia il Napoli incrocia il suo futuro. Più che la corsa verso la finale di Varsavia, comincia per il Napoli la più raffinata resa dei conti tra l’allenatore ed il suo presidente. Benitez sa che la vittoria sulla Fiorentina è stata la sconfitta sua, dei giocatori più in vista, di una idea del calcio autoreferenziale, caparbio, accademico. Tre gol che scottano. Sostenere che domenica scorsa il Napoli abbia giocato peggio che nelle gare perse è un maldestro tentativo di negare sia gli errori commessi in precedenza che i benefici di uno choc violento come le allusioni di Aurelio De Laurentiis agli stili di vita della squadra.
Il futuro del Napoli appare più chiaro se si osserva il crescente distacco tra un allenatore enigmatico sui suoi programmi ed un presidente che ha smesso di inseguirlo, sventolando un contratto lungo tre anni. Gli crede meno, sembra evidente, se ha brutalmente commissariato la sua gestione del gruppo, imponendo un ritiro sgradito, quindi punitivo. Ma proprio in queste ore si intravede un altro tratto del nebuloso progetto Napoli: perde quota Spalletti, si afferma un modello di allenatore impossibile come Conte, un fascio di luce raggiunge Jurgen Klop in declino nella Bundesliga con il suo Borussia Dortmund. C’è una palpabile coerenza in questi obiettivi. Tramonta Spalletti, quindi un allenatore dai modi garbati, persino dolciastri, che ebbe in Carlo Verdone il primo sponsor. Avanza Conte tra i pensieri di De Laurentiis, perché lo immagina scorbutico ed efficiente nel controllo del gruppo come un bovaro bernese. Quel che ci vuole, ma anche quello che è mancato nel biennio di Benitez, tutt’altro che simile ad un cane pastore. Conte non può dividersi tra Napoli e Nazionale come si ipotizzava in un estremo slancio per scritturarlo, ma rimane vicino al Napoli, prima o poi verrà. Molto dipende dalla scelta del nuovo responsabile dell’area tecnica, se è vero che De Laurentiis vuol rifondare i settori più deboli, come il mercato. Sarà un caso, ma la Juve che vince ovunque ha appena offerto il rinnovo del contratto per tre anni alla coppia dirigenziale di successo, Marotta e Paratici.
Proprio il mercato diventa il terreno di scontro. Benitez, con aria indifferente, ha ricordato che nel Wolfsburg giocano alcuni che aveva richiesto. Il croato Perisic che va su e giù sulla sinistra e chissà se gioca stasera, ma anche Luiz Gustavo Diaz, il brasiliano che non ha un solo sosia nel centrocampo del Napoli. Ma Benitez dimentica quanto siano maliziosi i tifosi, anche se rivela di subire tutto proprio per rispettare pubblico e squadra. Già, ma il tifoso interessato ai successi della sua squadra avrebbe voglia di ribattere: perché Benitez se ne ricorda ora, senza aver battuto non il pugno ma un unghia sul tavolo della Filmauro?
Vigilia tesa che può lanciare il Napoli verso la semifinale. E attenuare gli attriti. Ma dipende dalla squadra: la lenta difesa tedesca è una opportunità per un Napoli scattante, elastico e coeso, pronto a sostenere Higuain. Punti deboli ne ha anche il Wolsfburg che ha perso una volta su 22 ed ha due giganti sui calci piazzati. L’anziano difensore Naldo e Dost, prima punta, con 16 gol e una scarpa 48 che trascina come un trattore il carro tedesco.
Antonio Corbo per Repubblica.it