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Tavecchio risponde a Rafa: «Lasci stare la federcalcio»

tavecchio«Ma quale campionato falsato? Non scherziamo». Carlo Tavecchio è deciso, convinto, fermo. Anzi, argomenta rivolando a Calciopoli, a quelle metodologie che fecero esplodere sospetti e lo scandalo del 2006. Le proteste del Napoli galleggiano nell’hotel di lusso incastonato dentro lo scalo aereo di Fiumicino il giorno dopo la gara con l’Atalanta: il fallo di Pinilla, Calvarese che non gli annulla il gol. Benitez espulso, il club di De Laurentiis infuriato, le accuse («torneo falsato, intervenga Tavecchio,… Calvarese non è da A») che rimbombano. Il presidente della Figc non si scompone: «Una riflessione semplice: dopo Calciopoli sono cambiate le regole: prima il designatore era indicato dal presidente federale, sentita l’Aia. Ora l’Aia è autonoma e decide da sola. Mi sembra singolare che prima si riteneva dannosa l’influenza del presidente federale, ora se ne invoca addirittura l’intervento». Il Napoli? S’è chiuso in un ermetico silenzio e ha mandato al raduno con allenatori, presidenti e capitani organizzato dalla Can A il vice di Benitez, Pecchia, il segretario del club Vallefuoco e il terzo portiere, Colombo. Si racconta d’un cordiale confronto tra Pecchia e il designatore Messina, utile come minimo a stemperare gli animi .
TAGLI La querelle ha tenuto banco, per Marotta (amministratore delegato della Juve) «In generale si pecca in autocritica, e dire “torneo falsato” è prassi abusata dove valori alla fine vengono fuori». Marcello Nicchi, presidente Aia, oscilla tra sdrammatizzante ironia («Polemiche, il bello del calcio») a conti della spesa già sbandierati. «Le sviste arbitrali? Temo i tagli da 5 milioni: gli arbitri si allenano meno, non so quanto potrà essere garantito un buon livello…. Aspettiamo la tecnologia in campo, vedremo poi a cosa si aggrapperanno». Ammette comunque che Calvarese possa aver sbagliato («Non ho visto l’episodio, so che l’errore potrebbe esserci»). Per chi vuole consolarsi è pur qualcosa ma nè Messina, nè Nicchi, gli hanno chiesto lumi.
STATISTICHE Assente solo il Parma (ma una rappresentanza con Lucarelli e Mirante ha incontrato Tavecchio nel pomeriggio) l’incontro è stato serrato. Domande di Toni, Mandorlini, Burdisso mentre ci si è soffermati su una serie di statistiche («Finora ci sono stati solo il 2 per cento di errori» ha svelato Messina) e sul fuorigioco, così ingarbugliato da interpretare, applicare. Messina ha sottolineato le sfumature dei falli di mano volontari e non (da giallo e non), le norme Uefa su proteste e duelli duri tra giocatori (da ammonizione immediata). Ammonizioni diminuite, espulsioni invariate, rigori come in Francia, Spagna e Champions League ma più che in Bundesliga e Premier. Orsato ha spiegato perché non ammonì El Kaddouri nel derby di Torino, dopo il mani e rigore: «Non avevo individuato l’autore del mani, ho preferito non ammonire un giocatore per un altro». Calvarese spiegherà mai perché ha portato Napoli sull’orlo d’una crisi di nervi?

La Gazzetta dello Sport

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