MILANO – Sconfitte e bilanci in rosso, non se ne esce. Mentre l’Inter di Mancini continua a essere sommersa di applausi (interessati o incompetenti, fa lo stesso) per il presunto bel gioco che esibisce senza però imbroccarne una da un mese, si deve intervenire sui conti. In settimana è previsto un nuovo cda, con Erick Thohir non presente fisicamente ma in conference call da Jakarta, in cui verrà ratificato l’intervento che il presidente ha già effettuato nelle ultime settimane: visto che l’operazione di rifinanziamento del debito attraverso i bond per ora non è riuscita, Thohir ha sborsato oltre 50 milioni per le spese correnti, e altre spese arriveranno in estate, quando bisognerà calibrare il calciomercato in funzione delle perdite di bilancio da cui bisogna rientrare in qualche modo (l’ultimo: -100 milioni). E’ insomma sempre un’Inter in precario equilibrio economico, che non riesce a risalire dall’abisso in cui è finita, né a rilanciarsi sul piano tecnico. Questo doveva essere l’anno in cui iniziava la risalita, ma i risultati condanneranno il club a un’altra stagione di anonimato e di nuovo fuori dall’Europa, se non accadranno cataclismi nelle ultime dieci partite.
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Anzi, la sensazione è che al di là delle dichiarazioni ufficiali, all’Inter abbiano già deciso quale strada prendere: meglio ricominciare in estate da zero, cioè senza partecipare alle coppe, per poter meglio concentrare gli sforzi sulla costruzione di una squadra che Mancini promette sarà “da scudetto” e anche per evitare le sanzioni del Fair Play finanziario dell’Uefa, che scatteranno intorno a Pasqua, ma solo se poi il club giocasse in Europa il prossimo anno. Attualmente la squadra è nona in classifica, con scarsissime possibilità di arpionare il quinto o il sesto posto che sarebbero utili per la qualificazione in Europa League. Dunque si cercherà di arrivare a fine stagione salvando la faccia, ad esempio cercando di non sfigurare contro i quattro grandi avversari che il calendario proporrà (Milan, Roma, Lazio e Juventus) e provando a vincere contro le altre (Parma, Verona, Udinese, Chievo, Genoa ed Empoli) per riequilibrare un po’ la classifica. Senza l’incubo dei preliminari di Europa League da disputare a fine luglio (in caso di sesto posto) Mancini e Thohir potrebbero allestire un’estate come piace a loro: una decina di giorni di ritiro a Brunico, poi la tournée asiatica di una quindicina di giorni per diffondere il marchio sui mercati che più interessano al club, infine il rientro in Italia per prepararsi a dovere alla ripresa del campionato. Sperando che la campagna acquisti e cessioni sia stata soddisfacente, e redditizia: l’Inter dovrà incassare più di quanto spenderà e al tempo stesso alzare il proprio livello di competitività, questa è la difficile sfida.
Quanto a quelle sul campo, l’Inter di Mancini le ha perse quasi tutte e sono i numeri a raccontarlo, non le opinioni. Le cifre raccontano che in questo momento stiamo assistendo alle imprese della peggiore Inter nell’era del campionato con i tre punti per vittoria: mai ce n’erano stati così pochi, 37. Nonostante un ambiente favorevolissimo e un mercato invernale per niente male, Mancini non è riuscito a risollevare le sorti, anzi per certi versi sono peggiorate: il tecnico in campionato ha perso più partite (6) di quante ne abbia vinte (5), e ha pareggiato cinque volte. Inoltre ci sono state le eliminazioni da Europa League e Tim Cup, il che porta il bilancio di Mancini a 8 vitttorie, 8 pareggi e 9 sconfitte. E lasciamo stare i paragoni con Mazzarri, esonerato dopo 8 vittorie, 6 pari e 3 sconfitte, per tacere della media punti che ovviamente era più alta con il precedente allenatore. Insomma, è sprofondo nerazzurro, ancora, e senza freni. Ma il prossimo anno sarà quello del rilancio. Dicono. Sperano.
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