TENSIONE La rabbia del Napoli è esplosa a fine a partita. Sotto accusa i vertici della Federazione e della Lega per la designazione del signor Calvarese di Teramo per questa partita. Il club affida la sua furia a due tweet: «È una vergogna! Tavecchio non può perdere in questo modo la sua credibilità. Un arbitraggio non da Serie A che falsa il campionato. In Inghilterra questo non sarebbe successo». Fermo restando l’errore del direttore di gara in occasione della rete di Pinilla, sarebbe ingeneroso voler giustificare il pareggio riversando le responsabilità sull’arbitro. Il quinto posto è soltanto l’epilogo di un momento in cui al Napoli riesce tutto bene in Europa, ma poco o nulla in campionato dove il suo calcio, ormai, è fin troppo conosciuto per trovare un avversario impreparato.
FUORI HAMSIK La novità vera è rappresentata dall’esclusione di Hamsik dall’undici titolare. Alle spalle di Higuain c’è Gabbiadini, così come era stato già sperimentato a Mosca, nel ritorno di Europa League. L’intesa tra i due funziona discretamente, entrambi provano a trovarsi negli spazi stretti. Insomma, l’esperimento si può riproporre. Il primo pericolo, in ogni modo, arriva da calcio d’angolo. Britos svetta più in alto di tutti sull’angolo di Gabbiadini (6’), ma sulla linea di porta trova l’ex Denis che salva in spaccata. Il giro palla del Napoli non sempre è preciso, talvolta è fin troppo insistito tanto da spazientire persino il pubblico. Il ritorno di Edy Reja al San Paolo, è sempre stato un evento, e lo sarà anche questa volta: la gente lo applaude, ma lui non ha voglia di concedere nulla, i sentimenti non contano in occasioni del genere, l’Atalanta ha bisogno di punti per la salvezza. Sportiello è attento, per niente impressionato dalla forza di Higuain al quale respinge con i pugni un bolide da fuori area (43’).
INTRAPRENDENTE Molto meglio, il Napoli, nella ripresa, al di là della dormita di Henrique e del gol subito da Pinilla da pochi minuti subentrato a Denis. L’Atalanta resta schiacciata nella propria metà campo, a difesa del vantaggio, ma l’assedio è ben controllato. De Guzman colpisce il palo (16’), mentre Cigarini salva sulla linea un colpo di testa di Henrique (33’): sembra stregata la porta di Sportiello. E allora, Benitez manda dentro Zapata, l’uomo che spesso gli ha risolto i problemi nei minuti finali: l’intuizione viene premiata dal colpo di testa dell’attaccante colombiano che serve per aggiungere un misero punto a una classifica che peggiora di domenica in domenica.
La Gazzetta dello Sport