Rafa, dai libertà a Mertens: il Mancio con Shaqiri lo fa
La ricetta per l’attacco? Affidarsi all’imprevedibilità del folletto magico. Napoli e Inter partono con due sistemi diversi, eppure negli ultimi venti metri hanno la stessa idea per far male all’avversario, ossia quella di esaltare il talento e l’ispirazione dei piccoli trequartisti. Benitez non si schioda dal suo dogma: il 4-2-3-1, più che un modulo, è diventato una religione. E allora diventa fondamentale permettere a Martens e Callejon di essere sempre nel vivo del gioco. Lo spagnolo vive un periodo di involuzione, così è Mertens l’uomo indicato a far saltare il banco. Il belga è ispirato: punta, corre, strappa, da solo tiene in apprensione tutta l’Inter nel primo tempo, creando cinque occasioni da gol e arrivando quattro volte al cross. È però meno lucido nel dribbling, visto che solo due volte riesce a saltare il diretto avversario, che in altre sei occasioni riesce invece a contenerlo. Mancini invece sembra aver trovato la quadra del cerchio con Shaqiri libero di agire e svariare su tutta la trequarti dietro a Icardi e Palacionel 4-3-1-2. Qui sta la differenza: Shaqiri ha meno compiti di copertura è maggior raggio d’azione tra le linee, così da non dare punti di riferimento agli avversari. Ma il movimento delle punte non lo aiuta, così le occasioni create risultano soltanto due, con l’aggiunta di un tiro nello specchio, seppur fiacco. Meglio nella ripresa, quando passa largo a destra.
DOPPIA FASE Viceversa, Mertens resta confinato per tutta la gara sulla corsia di sinistra, «costretto» anche al lavoro straordinario in fase di non possesso, dove risulteranno preziosi i suoi sette palloni recuperati. Il belga è in un buon momento di forma e grazie al supporto costante di Strinic in sovrapposizione mantiene altissimo l’indice di pericolosità: quattro cross — tutti nel primo tempo —, che costringono Mancini ad invertire i terzini dopo l’intervallo.
SVOLTA Sotto di due gol Mancini cambia e si sistema a specchio rispetto a Benitez, allargando Palacio a sinistra nella linea dei trequartisti, portando Shaqiri a destra, invitato a rientrare sul piede forte per cercare cross o conclusioni verso la porta. Non è un caso, infatti, che il nuovo assetto porti lo svizzero ad affidarsi di più all’uno contro uno, con tre dribbling riusciti su cinque tentativi e tre cross a rientrare che spaventano il Napoli e lo costringono ad abbassare il baricentro, dando più coraggio alla pressione dell’Inter. La forza fisica di Shaqiri è chiara: due contrasti vinti su due, sei palle recuperate e una intercettata. Ok, i folletti sanno inventare, ma è il sacrificio per la causa a renderli magici.
La Gazzetta dello Sport