MILANO – Inzaghi galleggia tra una conferma a tempo e la consapevolezza che in questo momento di cambiamenti epocali in casa Milan avrebbe poco senso sostituire l’allenatore quando ogni obiettivo è compromesso. Il tecnico rossonero, che sembrava destinato all’esonero dopo il deludente pareggio casalingo con il Verona, riesce a sopravvivere ancora. Troppo fragile l’equilibrio per dire se succederà fino al termine della stagione, ma quantomeno accadrà fino a lunedì prossimo a Firenze.
LA TELEFONATA DI BERLUSCONI – Situazione certificata dalla telefonata di questa mattina di Berlusconi a Inzaghi: “Pippo, andiamo avanti con te a oltranza: stai sereno e fai giocare bene la squadra. I risultati arriveranno”, ha detto il presidente rossonero all’ex bomber. A questo punto diventa superfluo il classico pranzo del lunedì tra Berlusconi e i figli. A questo passo si è arrivati per tanti motivi. La volontà di evitare l’onta dell’esonero a una gloria rossonera come Inzaghi. Ormai la stagione è sostanzialmente priva di traguardi da raggiungere, a parte l’inseguimento alla zona Europa League che però resta sempre alla stessa distanza settimana dopo settimana con troppe squadre in mezzo.
BASTA BRUCIARE ALLENATORI – Il rischio sarebbe quello di optare per un altro esonero, il terzo in poco più di dodici mesi, qualcosa di inconsueto per una società come il Milan che solitamente ricorre con il contagocce a questo strumento. La conseguenza sarebbe quella di bruciare un altro allenatore da qui a fine maggio. In questo caso sarebbe toccato a Cristian Brocchi (con la supervisione di Filippo Galli) che era in deciso vantaggio su Mauro Tassotti per il ruolo di traghettatore.
TRATTATIVE ECONOMICHE – E poi non bisogna trascurare altre due circostanze. Il Milan è nel pieno di una delicata trattativa per la cessione di quote societarie al tailandese Bee Taechaubol. E tutto l’universo Fininvest sta vivendo settimane di fibrillazione con le vicende Mondadori-Rcs, EI Towers-Rai Way e Mediolanum (senza dimenticare la politica). Quindi Berlusconi è impegnato su tutti i fronti a ridisegnare i confini della sua galassia imprenditoriale. Anche per questi motivi Inzaghi è ancora lì, almeno fino alla partita di lunedì prossimo al Franchi contro la Fiorentina di Montella, il candidato numero uno alla panchina rossonera nella prossima stagione (in seconda fila Prandelli, Spalletti, Pioli, Donadoni e Sarri).
INZAGHI A MILANELLO – Quella di Firenze avrebbe dovuto essere la prova del nove nella quale dimostrare che il Milan può competere con una grande. Invece è uno snodo da riscatto obbligato dopo tre pareggi in quattro partite con Empoli, Cesena, Chievo e Verona. E’ chiaro che le tensioni delle ultime ore tornerebbero a riproporsi in caso di sconfitta a Firenze con il ritorno in campo di Brocchi per la sostituzione. Ma troppe cose stanno cambiando sull’orizzonte più lungo – inclusa la possibilità di Davide Lippi direttore tecnico – per cambiare anche nel breve periodo. Così oggi Inzaghi dirigerà l’allenamento a Milanello. Al centro sportivo rossonero ci sarà anche Galliani. Non è detto però che non ci possa essere qualche modifica immediato nello staff tecnico di Inzaghi.
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- Protagonisti:
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