Pallanuoto – Races Rari Nantes Napoli frenata dal maltempo
Tutto contro. Anche le tempeste, le difficoltà nei collegamenti e una serie incredibile di sfortunate coincidenze. La Races Rari Nantes Napoli arriva a Messina alle 16.23, dopo un viaggio avventuroso in aereo, e alla piscina non trova nessuno. Quelli dell’Ossidiana se ne sono andati in fretta e furia allo scadere della canonica mezz’ora di tolleranza – la gara era in programma alle 15.30 – senza neppure accertarsi del perché i napoletani non siano giunti in tempo. Una preoccupazione umana, ancor prima che sportiva. Ma andiamo con ordine.Il racconto dell’odissea rarinantina comincia dalla serata del venerdì, quando Elios Marsili e i giocatori apprendono dello sciopero della manovalanza portuale e della non partenza, alle 21, della nave della TTT Lines diretta da Napoli a Catania. La ‘solita’ nave, quella presa abitualmente in occasione di tutte le trasferte in Sicilia, che impiega dodici ore per raggiungere il capoluogo etneo. Lo sciopero si conclude – di fatto – alle 24, ma non c’è certezza della partenza in orario del convoglio e soprattutto del suo effettivo arrivo in Sicilia alle 12: con il mare grosso, la tempesta ed il vento, un ritardo cospicuo non solo è preventivabile, ma addirittura certo. Si decide allora, per non rischiare, di partire in aereo. Il primo disponibile è il volo delle 11 del sabato mattina per Catania. E qui, nuovo scherzo del destino. L’aereo deve arrivare da Palermo, ma l’equipaggio ha chiesto e ottenuto quattro ore di riposo in più; una precauzione di sicurezza, una prassi normale visti i tanti voli spostati su Punta Raisi a causa del maltempo. Morale della favola: per Catania si parte alle 14. La ‘corsa’ disperata verso Messina si conclude alle 16.23, ma anziché un presidente premuroso ed una squadra avversaria preoccupata per i loro avversari spariti nel nulla, la Rari Nantes trova solo l’arbitro Maggiolo e il delegato Fin, a cui il tecnico Marsili – sconsolato – non può far altro che esibire tutti i documenti in suo possesso: i biglietti per la nave, quelli per l’aereo, i resoconti di ritardi e slittamenti, la memoria storica – insomma – di un viaggio da tregenda e dell’inseguimento ad un avversario che non c’è.
“Abbiamo fatto di tutto per arrivare in orario, una volta oltre la mezz’ora canonica di tolleranza la palla è passata tra le mani della squadra avversaria, che poteva giocare lo stesso ma ha deciso di non farlo”, sottolinea coach Marsili. “Siamo sicuri che la Federazione accoglierà tutte le prove prodotte e quelle che produrremo nei prossimi giorni – aggiunge – Non c’è stata trascuratezza o superficialità nella trasferta, siamo fiduciosi che questa partita venga giocata in altra data”. Già, perché il rischio ora è che addirittura possa arrivare – quello sì, puntuale – uno 0-5 a tavolino: “Nel caso, faremo ricorso. Abbiamo perso i soldi della nave, abbiamo speso anche i soldi dell’aereo, in Sicilia ci siamo arrivati. Si possono perdere partite quando non si usa la coscienza di un buon padre di famiglia, quando si organizza un viaggio senza la necessaria cura. Non è questo il caso. Porterò io stesso le prove in Federazione, a Roma, della nostra buona fede. Vogliamo giocarla questa partita e ci riusciremo”.
La palla passa ora alla Fin, ma il rischio è che questa vicenda tra sentenze, ricorsi, pronunciamenti e appelli, possa ora trascinarsi per le lunghe, come lungo e infinito è stato il viaggio della Races verso Messina, ennesima parentesi amara di questa tribolata stagione.