Ci sono partite che non si dimenticano. E nella memoria di Lorenzo Insigne rimarrà scolpita quella del 5 ottobre al San Paolo contro il Torino. Dall’inferno (sportivo) al paradiso. Il palo clamoroso colpito nel primo tempo sembra il preludio di un’altra prestazione difficile, poi all’improvviso ecco la fiammata che cancella i mugugni dei tifosi. Colpo di testa e lacrime di liberazione per l’attaccante che da quella sfida diventa protagonista fino al 9 novembre, quando al Franchi di Firenze si rompe il legamento crociato del ginocchio destro. Domenica, dunque, contro il Toro non ci sarà e farà il tifo davanti alla tv, ma il sapore della sfida ai granata – che lo scartarono quando era un ragazzino – sarà comunque speciale. La luce in fondo al tunnel dell’infortunio comincia a diventare più nitida. Mercoledì 4, mentre i compagni affronteranno la Lazio nella semifinale d’andata di Coppa Italia, lui sarà a Villa Stuart per un controllo dal professor Pierpaolo Mariani: è la visita decisiva. L’obiettivo è ottenere l’ok per lavorare in gruppo e avvicinare sensibilmente la data del ritorno in campo. Insigne spera di riuscirci già entro fine marzo. Benitez lo aspetta: le sue caratteristiche sono uniche e possono aiutare il Napoli a lottare su tutti i fronti. Il secondo posto è diventato possibile e bisogna accelerare contro la squadra di Ventura considerando che poi lunedì la Roma sarà impegnata contro la Juve. Il turnover effettuato contro il Trabzonspor ha fatto tirare il fiato a tanti big: l’intento è quello di averli al top nel match con il Torino di Fabio Quagliarella, idolo per una stagione. Lorenzo Insigne, invece, studia da capitan futuro e nel frattempo non si risparmia al centro tecnico di Castel Volturno per rispondere presente all’appello come quel 5 ottobre. L’assist fu perfezionato da Juan Camilo Zuniga, l’altro assente eccellente che sta accelerando il ritmo. Ci sarà presto un’altra partita che entrambi gli azzurri non dimenticheranno, quella del loro rientro in campo.
La Repubblica
