Urla, umiltà, scelte sagge così Benitez chiude la crisi
Ci voleva un viaggio. È il consiglio che solitamente si dà alle coppie in crisi. Rafael Benitez e la squadra lo erano, dopo Palermo. L’allenatore si sentiva tradito. Aveva appena dato equilibri e logica ad un Napoli lunatico, quando l’ha visto mollemente sdraiarsi. Fallita la quinta vittoria consecutiva, graziata la Roma in affanno, spezzato il sogno possibile della vicina rimonta per il secondo posto: Benitez non l’ha perdonato, ha finalmente urlato la sua rabbia. Ma riparando nel più grande porto turco sul Mar Nero anche lui ha ritrovato quel soffio di umiltà che completa i grandi. Ha messo in campo una formazione pronta a stupire, come lui tenta sempre, ma stavolta vi riesce per la saggezza delle scelte. Fa giocare chi è pronto a correre, lottare, vincere. Per un allenatore le scelte più semplici sono le meno facili. Escludere Rafael era suo dovere, ma occorreva un pretesto per non distruggere il titolare imperfetto. Ha ricordato che Andujar era stato già da tempo designato per le Coppe. Jorginho e Britos erano tollerati solo a chi aveva speso una ventina di milioni per portarli a Napoli. Non si doveva spiegarne l’esclusione in Turchia, semmai perché erano stati inseriti a Palermo. Una vacanza ci voleva, certo, ed ecco sbarcare in Italia un Napoli migliore anche per il campionato. Dallo 0-4 di Trabzon va però evitato un giudizio sbagliato. Avversario irrisorio con il suo quinto posto a 15 dalla vetta in Turchia, e si sapeva. Ma è stato anche il Napoli a metterlo subito in anestesia totale. Un’aggressione che l’allenatore Yanal non si aspettava. Pensava di mascherare i buchi di una difesa lenta e scomposta con un tardone del gol, Oscar René Cardozo, paraguaiano di 32 anni che sverna felice ai confini d’Oriente. Squadra aggressiva, si diceva. Il Napoli l’ha travolta subito sfiorando il primo gol con un difensore. Koulibaly, e segnandolo con un altro, Henrique. Dà questo l’immagine di un Napoli che si riversa subito sugli avversari: così lenti e scombinati, come potevano reagire? Tutto è cambiato: il ritmo, il modo perentorio di occupare il campo, ma anche Benitez che dopo tutti e tre i primi gol, invece di esultare dà ordini urgenti e concitati, come se non fosse mai andato in vantaggio. Quanta voglia di vincere. Higuain ha ritrovato non solo il gol, anche l’eleganza del gioco. La Turchia restituisce Gabbiadini sempre più trasparente: se ne leggono subito i pregi, la maligna sobrietà dei tocchi, il suo girarsi a compasso, la corsa leggera che lo porta ovunque a nascondersi e riapparire al centro, anche Andujar si è accreditato per affidabilità. Virtualmente promosso agli ottavi di Europa League nella resa dei conti di giovedì al San Paolo, il Napoli è pronto per il Sassuolo. Difesa a 4 ma molto attenta, magari con Strinic, contro un attacco a tre: Zaza, Sansone e Berardi. Benitez inventerà il suo nell’abbondanza. Squalificato Higuain, non può lasciar fuori Gabbiadini né confermare Mertens, si è divertito a sbagliare molto, anche un rigore, contento lui. Da valutare anche Zapata: nel rapporto minuti-gol non ha rivali. Possente e voluminoso, sorprende: s’infila in agilità nelle mischie. Meno gioca, più si fa notare.
Antonio Corbo per La Repubblica