ROMA – Non perde, ma non vince. Non vince più, soprattutto all’Olimpico, dove fino a 3 mesi fa aveva costruito la sua fortuna. La Roma in crisi manda di traverso anche il 51esimo compleanno a Rudi Garcia (auguri): il pareggio contro il Feyenoord, settimo nelle ultime 11 partite, è l’ultima tessera al mosaico che ritrae una squadra divenuta incapace di vincere, nonostante il vantaggio iniziale, in un match da dentro o fuori per l’Europa, forse l’ultima porta per sperare di festeggiare un trofeo come a inizio stagione aveva chiesto l’allenatore francese. L’ultimo successo all’Olimpico in campionato è vecchio di 82 giorni, Roma-Inter 4-2 del 30 novembre scorso (in mezzo unica vittoria il 2-1, ma ai supplementari, con l’Empoli). La prossima che ospiterà lo stadio romano sarà Roma-Juve: non certo l’occasione migliore per provare a infrangere un tabù tanto consolidato.
SQUADRA SENZA LEADERSHIP – Minuto 65 di Roma-Feyenoord: escono Totti e De Rossi, entrano Keita e Doumbia. È bastata quella sostituzione a indicare a tutti quale sia, forse, il vero problema della Roma. La profonda, sistemica carenza di leadership. Non perché Totti e De Rossi non siano leader, anzi, ma perché rinunciare agli uomini di maggior carisma dello spogliatoio dà l’idea che nemmeno a loro, così attaccati alla maglia, così ascoltati nel gruppo, riesca più di dare la scossa. Anche perché se lo scorso anno a forgiare il carattere della Roma risorta era stata proprio la personalità dei nuovi unita a quella di chi c’era già (Totti e De Rossi, appunto), quest’anno – vuoi la sorte, vuoi qualche scelta rischiosa – si sono portati via quelli che erano stati i riferimenti della squadra nel campionato precedente: Benatia ceduto, Castan operato, Strootman nuovamente infortunato dopo un lungo stop, Maicon dentro e fuori dai box a intervalli sempre più frequenti. L’anima del gruppo costretta lontano dal campo, con le conseguenze che ora sono sotto gli occhi di tutti: la Roma non sa più vincere. Non solo: non sa reagire alle difficoltà, arrivando a farsi rimontare in casa (non succedeva da Roma-Sassuolo dello scorso campionato).
IN CASA PERSI 10 PUNTI SU 15 – Certo l’incapacità cronica di vincere in casa è un dato da analizzare con attenzione: fino al 30 novembre scorso all’Olimpico la Roma aveva perso soltanto 9 punti su 78, in campionato. Negli ultimi tre mesi ne ha persi 10 su 15, un dato impressionante. E quando la squadra tornerà nel proprio per confrontarsi con il tabù delle vittorie interne saranno passati 92 giorni dall’ultimo successo. Per provare a infrangerlo, però, dovrà superare la Juventus in quello che si preannuncia come lo scontro che vale una stagione. Perché alle spalle dei giallorossi il Napoli incombe, e il giovedì prima di affrontare Allegri, Garcia giocherà il delicatissimo match di ritorno contro il Feyenoord, a Rotterdam: qualificazione o eliminazione, non si scappa. In 5 giorni, la Roma avrà la possibilità di far decollare la propria stagione oppure di vederla precipitare. Infrangendo, in un senso o nell’altro, la mediocrità che da tre mesi sembra averla irrimediabilmente inghiottita.
GARCIA: “COMPATTI PER VINCERE” – Prima il brindisi nell’ufficio del ds Sabatini, poi quello con la squadra e lo staff tecnico. Rudi Garcia, approfittando del proprio compleanno, cerca di riportare un pò di serenità nella Roma. Il tecnico francese, dopo aver riunito tutti nello spogliatoio di Trigoria – giocatori e collaboratori – ha caricato il gruppo cercando di compattarlo con un breve discorso nel quale ha sottolineato che “è con una squadra così grande che si costruiscono le grandi vittorie”.
SABATINI: “CI RITROVEREMO, MI ASSUMO RESPONSABILITA’ MERCATO” – “E’ innegabile che la squadra adesso viva una sorta di frustrazione tecnica ma col Feyenoord ho rivisto barlumi della Roma passata”. Così Walter Sabatini, intervenuto ai microfoni di ‘Radio Radio’, analizza il momento giallorosso. Sulla ricetta per riportare la formazione di Garcia al gioco e ai risultati della scorsa stagione Sabatini spiega: “Quando le squadre vanno in difficoltà trovare le cause reali è sempre molto difficile. L’altro giorno sono stato nello spogliatoio e il modo di guardare dei calciatori è sempre lo stesso. C’è una condizione di forma precaria ma le partite le teniamo sempre, non abbiamo mai rotto gli argini. L’allenatore è lo stesso grande allenatore dello scorso anno e quindi ci ritroveremo. Alcune scelte che io stesso ho fatto potrebbero essere discutibili”. Parlando del mercato Sabatini ha aggiunto: “Ho fatto delle scelte a gennaio che confermerei: abbiamo preso Ibarbo e Doumbia che in assoluto sono molto forti ma magari ho sbagliato i tempi e i modi perché il primo era in via di guarigione e il secondo era in Coppa d’Africa. Questa squadra con un po’ di fortuna tecnica sarebbe sicuramente un’altra squadra. Il campo comunque rivelerà il reale valore dei nuovi acquisti. Il Doumbia di ieri sera se fosse stato il Doumbia di quaranta giorni fa avrebbe fatto due gol”.
serie A
- Protagonisti:
Fonte: Repubblica