IL PERSONAGGIO – Manolo Gabbiadini, cavallo di razza
Tre partite consecutive in questo campionato il Napoli non le aveva mai vinte, forse ci troviamo dinanzi a una squadra in crescita, più sicura e consapevole, una squadra che sa persino soffrire (cosa che fino a qualche tempo fa sembrava impossibile) senza uscirne con le ossa rotte … E se pensiamo a tutte quelle volte in cui squadrette come il Chievo Verona ci hanno fatto non solo tremare, ma addirittura piangere, ci rendiamo conto di quanto valga, anche in termini psicologici, la vittoria maturata al Bentegodi contro una delle bestie nere degli azzurri fin dai tempi di Mazzarri. Che si dica poi che i ragazzi di Benitez hanno giocato male, che non meritavano di vincere etc etc etc … tanto si è capito già da tempo le chiacchiere quanto contano … Quel che importa sono i fatti ed i fatti ci dicono che stavolta il treno il Napoli non poteva perderlo e non lo ha perso e che ha guadagnato punti, punti fondamentali e sulle inseguitrici, e sulla Roma che gli sta sempre davanti è vero, ma che oggi, anche in virtù di quella consapevolezza di cui parlavamo prima, non sembra più così distante. In questa indiscutibile crescita della squadra partenopea un ruolo fondamentale lo hanno svolto evidentemente i prodotti del mercato invernale azzurro, Ivan Strinic e Manolo Gabbiadini che, a dispetto dello scetticismo da cui erano stati accolti da alcuni addetti ai lavori di casa nostra, si stanno dimostrando non solo utili ma addirittura essenziali nello scacchiere di Benitez. Il giovane bergamasco in particolare, atleta di carattere e spessore nonostante i 23 anni, lo abbiamo ammirato con la casacca della Sampdoria apprezzandone le doti tecniche e l’ affidabilità, e il calore col quale al suo arrivo a Capodichino il 4 gennaio scorso è stato accolto dai tifosi, la dice lunga non solo sulla stima della piazza nei confronti dell’ ex blucerchiato ma anche sulle aspettative. Non si è fatto attendere molto il buon Manolo, e dopo qualche giorno per abituarsi alla nuova realtà familiarizzando sia con i compagni che con gli schemi del coach spagnolo, l’ esplosione arriva con la superba prestazione di Verona in cui il numero ventitré partenopeo si rivela probabilmente il principale artefice della vittoria azzurra: fondamentale in occasione del primo gol del Napoli, autorevole e concreto nella realizzazione della seconda decisiva rete, quella che vale tre punti. Che Gabbiadini fosse un atleta di spessore non lo scopriamo oggi, anche se, a dire il vero qualche perplessità riguardo al suo ingaggio era stata avanzata da alcuni opinionisti e giornalisti partenopei (vedi Antonio Corbo ad esempio) che ritenevano mal spesi quei 13 milioni che la dirigenza azzurra avrebbe dovuto, a loro dire, invece impiegare per portare a Napoli un grande centrocampista … Beh, ci dispiace per loro ma il giovane attaccante li ha smentiti tutti proprio nel match contro il Chievo, non solo per aver segnato il gol partita, ottava sua marcatura stagionale e primo gol in azzurro, ma per il modo diligente in cui ha interpretato la gara, dialogando ottimamente con i compagni e dimostrando di saper essere efficace, come previsto dalla filosofia beniteziana, anche in fase di copertura. E’ ovvio che ci saranno altre occasioni per vedere all’ opera l’ attaccante e che non ci si galvanizza per una singola prestazione anche se estremamente positiva, ma siamo fiduciosi che il duttile, veloce e concreto Manolo Gabbiadini, il cui rendimento nel tempo non può far altro che crescere, sarà l’ asso nella manica di Benitez in questa seconda, decisiva, parte di Campionato.
Tilde Schiavone – Pianetazzurro