Un doppio Higuain e aiutini: Genoa k.o. Il Napoli torna terzo
L’operazione terzo posto è riuscita. Con due aiutini, ma ci può stare! Ci ha pensato Gonzalo Higuain a sistemare il Genoa con la terza doppietta stagionale. La serata no di Calvarese e dei suoi assistenti, ha condannato il Genoa alla sconfitta, anche se sul piano della prestazione il Napoli ha sicuramente fatto meglio, soprattutto nei secondi 45 minuti. Ancora una volta è stato determinante il Pipita che, adesso, s’è portato ad una sola lunghezza da Carlitos Tevez, che comanda la classifica dei cannonieri. Avrà sicuramente da recriminare, il Genoa, per questa sconfitta, per come è maturata e per gli episodi che l’hanno caratterizzata.
IN FUORIGIOCO Parte bene, il Napoli. Callejon è veloce sulla fascia destra, mentre Inler ritorna titolare in sostituzione dello squalificato Gargano. Nei primi minuti, c’è tanto Higuain, già al 2’ di gioco prova dalla distanza un sinistro senza troppe pretese. Il Pipita è in serata, l’idea di sistemarsi al terzo posto, in solitudine, lo stuzzica parecchio. Ma c’è bisogno di una prestazione super da parte della squadra, perché il Genoa non scherza. Per buona parte del primo tempo, è proprio la formazione di Gasperini a imporre il gioco, forte della vivacità e della buona tecnica dei suoi centrocampisti. Una supremazia, tuttavia, che non paga, perché dopo appena sette minuti, Perin respinge, malamente, un tiro di Callejon favorendo, così, la deviazione di testa di Higuain per il vantaggio napoletano. L’argentino, in ogni modo, è in fuorigioco non rilevato dal guardalinee, Iori: il gol sarebbe stato da annullare.
SOLO RIPARTENZE Ancora una volta lui, il Pipita, anche se sul gol resta la macchia del fuorigioco. Riparte bene, comunque, il Genoa. Sulla destra la spinta di Edenilson è costante, mentre il trio avanzato, agisce molto negli spazi stretti. Rafael respinge in angolo una bordata di Edenilson (17’), mentre il Napoli si affida ai lanci lunghi che, sistematicamente, servono per saltare il centrocampo, dove la qualità continua a latitare nonostante la presenza di Inler, più tecnico rispetto al roccioso Gargano. Antonelli si sgancia spesso sulla sinistra, inseguito da Maggio, e Perotti si limita a qualche dribbling senza esito.
UNA FURIA La serata è di Gonzalo Higuain, l’argentino è una furia, si lancia su tutti i palloni e diventa il vero incubo della difesa genoana. Irresistibile quando al 30’ trova l’appoggio invitante per Hamsik: il destro del centrocampista slovacco vola alto verso la curva. Il Genoa c’è, in ogni modo, la sua azione è costante e ogni qualvolta il pallone arriva al limite dell’area napoletana, si materializza il pericolo. Come al 36’quando Albiol, respinge di schiena una conclusione ravvicinata di Fetfatzidis. La fase di gioco è veloce, le azioni ripartono su entrambi i lati. Hamsik sembra ispirato, almeno negli assist, ma De Guzman non è bravo a concretizzare la vena ispiratrice del compagno, come al 38’, quando a tu per tu con Perin alza troppo il pallone che finisce oltre la traversa, mentre ad inizio ripresa calcia debole con la porta scoperta, favorendo il salvataggio sulla linea di Burdisso.
MAGGIORE PRESSIONE E’ più determinato, il Napoli, in avvio di ripresa. Ma proprio nel momento di maggiore pressione, arriva il pareggio di Iago Falque (11’) con un tiro da fuori, favorito dal fatto che né Inler né Albiol, gli ostacolassero la conclusione. Il pareggio consente al Genoa di arretrare un tantino il suo baricentro, Gasperini ne approfitta per far esordire Niang che subentra a Fetfatzidis. Benitez, invece, richiama in panchina De Guzman per fare spazio a Gabbiadini. Intanto, Callejon colpisce la traversa con la complicità di De Maio (15’) che ne devia il tiro.
DI RIGORE E’ sui rigori che il Napoli ha costruito gli ultimi risultati. Dopo averne beneficiato di uno gratuito contro l’Udinese, in Coppa Italia, ne ha avuto uno pure col Genoa: è stato Calvarese a concederlo per una leggera spinta di Kucka su Higuain (l’argentino ha accentuato la caduta), tra le proteste degli avversari. La trasformazione del Pipita ha ridato il sorriso al San Paolo.
La Gazzetta dello Sport