Bomber del futuro cercasi: Berardi, Belotti o Bernardeschi?
Sei nomi e qualche consiglio dal campionato per l’attacco futuro della Nazionale (Foto Getty)
Il tandem Mimmo-Gallo – A Bocchigliero, piccolo comune in provincia di Cosenza, lo sapevano tutti: questo ragazzo arriverà in alto, molto più dell’elevato sperone sul quale sorge il paese. Il ragazzo è Domenico Berardi, classe ’94 e dai 16 anni al Sassuolo, la prima vetrina nel calcio che conta. Al primo anno tra i professionisti segna 11 gol nell’anno della promozione ma si supera da debuttante in A: le reti diventano 16 compreso un clamoroso poker al Milan che segnò la fine dell’era Allegri. Proprio l’allenatore che potrebbe incontrare alla Juventus, proprietaria del suo cartellino. Carattere riservato ma rovente sul campo (a volte troppo), l’esatto opposto del suo partner in Under-21: Andrea Belotti non s’accosta nemmeno per profilo tecnico, ma la fame di emergere è la stessa. Bergamasco non transitato a Zingonia, 21enne sponsorizzato da Mondonico all’AlbinoLeffe. Lividi e reti in Lega Pro, poi il passaggio in B al Palermo: l’ascesa in Serie A è il filo che lo lega all’amico Mimmo, la concorrenza nei club ciò che li divide. Dybala e Vazquez sono intoccabili, ma la cresta del Gallo ha già esaltato il Barbera.
Bernardeschi-Verdi, che sinfonia – Abbiamo citato un duo, tuttavia incompleto senza l’estensione del terzo tenore: ventenne di Carrara, ribattezzato Brunelleschi per genio ed eleganza, Federico Bernardeschi si è già preso la briga di sedurre un esperto come Corvino, respingere le avance di un totem come Sir Alex Ferguson e diventare grande nella sua Toscana. Galeotta fu la parentesi a Crotone, lungimirante la gestione di Montella a Firenze che ne ha dosato l’enorme potenziale prima dell’infortunio. Mezzi che non mancano nemmeno a Simone Verdi, scuola Milan, che ha attraversato il confine tra promessa e giocatore di livello: Empoli è un’isola felice per talenti orchestrati dall’ottimo Sarri, che gli ha ritagliato un ruolo da trequartista coerente per repertorio ed esplosività atletica. Classe ’92 come Samuele Longo, frizzante come il prosecco della sua Valdobbiadene: giovanili all’Inter e pupillo di Stramaccioni, prestiti e fortune alterne tra Spagna e Verona nelle ultime due stagioni. Zeman e Zola non gli hanno negato minutaggio a Cagliari, il limite non sono nemmeno le qualità piuttosto un carattere che va smussato negli spigoli.
Astri nascenti alla finestra – Non termina qui la carrellata di talenti presenti in Serie A. Certo, lo spazio è irrisorio, ma la presenza in prima squadra giustifica ampiamente contorni e valore oggettivo. Valerio Rosseti (’94), in forza all’Atalanta concesso dalla Juventus, non si era nascosto a Siena e attende le sue chance come Emanuele Rovini (Empoli) ed Ettore Gliozzi (Sassuolo), entrambi classe ’95 di belle speranze. Due diciottenni come Loi (Cagliari) e Bentivegna (Palermo) faranno esperienza altrove, scelta già adottata dai più vaccinati Fedato e Garritano. Un’altra coppia, invece, merita una menzione a parte: Federico Bonazzoli e Hachim Mastour, 17 e 16 anni, un avvenire già scritto tra Inter e Milan. Il primo è cresciuto nel mito di Ibrahimovic, il secondo sogna la carriera di Neymar e ha scelto l’azzurro nell’U-16 nonostante le origini marocchine. Suggestioni a parte, la futura coppia della Nazionale pare già tracciata.
Fonte: SkySport