TORINO – Una Juventus impressionante. Anche per il suo allenatore, Massimiliano Allegri, che affida a Twitter tutta la sua soddisfazione impastata con lo stupore: “A volte la tranquillità, la determinazione e la fame dei ragazzi impressionano anche me. Siamo in testa al giro di boa, avanti così!”.
Come prima, più di prima. Dopo il poker rifilato domenica al Verona – e sono 10 gol in 72 ore, compreso il set di giovedì in Coppa Italia -, la squadra di Allegri è scappata a +5 sulla Roma e +13 su Napoli e Samp terze. Sembra una mezza sentenza sul poker tricolore, quattro titoli in quattro anni consecutivi. “Passano le stagioni ma ancora una volta d’inverno campioni”, è il maxi-striscione in rima baciata vergato domenica dalla curva bianconera. “Premesso che si tratta di un titolo che conta fino ad un certo punto, si tratta comunque della dimostrazione di una continuità di valori che la nostra squadra sta esibendo da alcuni anni”, sottolinea con malcelato orgoglio l’ad Beppe Marotta, a Firenze per la cerimonia della “Hall of Fame” del calcio italiano.
In mancanza di avversari credibili, la Juve ha ripreso a correre contro se stessa, contro il suo illustre passato recente. Questa squadra è gemella monozigote dell’ultima di Conte, quella dei 102 punti: ne ha appena 6 punti in meno all’attivo (46 contro 52), però con 3 gol in meno al passivo (9 contro 12). Ed è proprio quest’ultimo il dato che ieri Allegri ha sottolineato con maggiore orgoglio: “Il fatto di aver preso soltanto 9 gol è molto importante. A volte riusciamo a far tirare l’avversario solamente una volta in porta. E’ la dimostrazione che questa squadra, al di là delle qualità tecniche, possiede uno spirito eccezionale e gli stimoli necessari per arrivare al quarto scudetto”. Come a dire: abbiamo ancora fame, parafrasando un recente slogan bianconero. La squadra non è spremuta dai tre anni di trattamento Conte, come lo stesso tecnico salentino immaginava in estate, quando inutilmente chiese al club un profonda rinnovamento dell’organico prima di salutare all’insegna del più classico dei “c’eravamo tanto amati”.
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Se sul campo la Juve sembra una furia, almeno in quei pochi minuti che impiega per mettere in ghiaccio le partite, sul mercato è calma piatta. Il rientro di Caceres e l’esplosione di Pereyra hanno convinto il club bianconero a mettere in stand by la caccia al difensore (Rolando) e al trequartista (Sneijder). “Semmai ci servirebbe un centrocampista”, ammette Allegri, pronto ad accogliere Sturaro, sempre che il Genoa non ceda prima Kucka. “Il tecnico vorrebbe completare la linea mediana? Siamo abituati a costruire la nostra squadra in estate – replica Marotta -, ma ovviamente stiamo attenti sempre ad eventuali opportunità che potrebbero presentarsi”.
Ma al centro dei discorsi c’è soprattutto il futuro di due top player come Pogba e Tevez. Sul francese, che contro il Verona ha inventato la sua settima meraviglia stagionale, sono puntati i riflettori del mercato internazionale. “Non si vende Pogba”, intonava ieri la Curva Sud. Sul tema è nuovamente intervenuto Marotta: “Faremo di tutto per trattenerlo, Paul è un nostro patrimonio, prima era una promessa ora è una realtà. Per adesso non c’è alcuna premessa che possa andarsene e lasciare la Juve”. Ma in estate sarà dura resistere alle avances delle big europee, in testa Real Madrid e Psg, pronti a pagarlo a peso d’oro. “Sappiamo che quello italiano è un campionato di transizione – aggiunge l’ad bianconero -, quindi andrà tenuto conto di eventuali offerte che potrebbero non essere compatibili con la nostra dimensione”. Tradotto: Pogba è un lusso per il calcio italiano.
Dall’ex United Pogba all’ex City Tevez, l’impressione è che a Manchester in molti si stiano mangiando le mani. Domenica sera, dopo il suo 18° squillo stagionale tra campionato e coppe, l’Apache ha parlato del suo futuro, senza precludersi alcuna scelta: “Non voglio mentire ai tifosi, ho ancora un anno e mezzo di contratto, non penso al rinnovo ma tutto può cambiare perché qui mi sento a casa”. Dell’eventuale disponibilità di Tevez a prolungare l’accordo in scadenza nel 2016 con la Juventus ha parlato anche Marotta: “Tra lui e la Juve c’è un gran bel rapporto, lui ha mostrato in questi anni una fortissima appartenenza alla maglia, ora siamo concentrati sullo scudetto ma con Tevez non ci saranno assolutamente problemi”. La questione è rimandata: oggi non si rinnova, ma domani chissà. juventus
- Protagonisti:
- giuseppe marotta
- massimiliano allegri