I PROBLEMI La questione arbitrale è molto delicata: ci sono i tagli annunciati (5 milioni di euro) verso l’Aia che andrebbero a colpire soprattutto il capitolo formazione e le categoria inferiori, poi c’è il rebus addizionali. Tavecchio ne aveva decretato il de profundis per questioni economiche (costano un milione e 300 mila euro alla Figc), ma prima di Natale, complice la mediazione del d.g. Michele Uva, c’era stata una quasi totale retromarcia con annessa riflessione sul futuro dei giudici di porta da rinviare a giugno. Le ultime polemiche hanno portato di nuovo tempesta sul barometro degli addizionali, ma di sicuro il presidente Marcello Nicchi ascolterà con molta attenzione la relazione sulla tecnologia. Soprattutto sui costi dove il ragionamento è elementare: se i soldi per l’occhio di falco dovessero materializzarsi dai tagli all’Aia (più o meno le due cifre sono simili) è chiaro che qualcosa non tornerebbe. Anche perché l’idea della tecnologia è di dare una mano agli arbitri (giusto), ma se da una parta si dà e dall’altra si toglie la qualità del servizio per forze di cosa ne risentirebbe.
ASPETTANDO L’IFAB Comunque oggi ne sapremo di più anche sui tempi tecnici per arrivare all’annuncio ufficiale. La Federcalcio deve pure decidere quale tecnologia usare: quella adottata dalla Premier League oppure quella vista al Mondiale. Entrambe hanno l’okay derll’Ifab, ma forse i costi non sono identici. Ecco perché di fronte a vantaggi e svantaggi la Figc cercherà di ottenere un prezzo migliore, cercando di far leva sulla concorrenza tra le ditte in gara. Più complicata la seconda parte del progetto di Tavecchio che ha offerto alla Fifa la Serie A come campionato sul quale testare il progetto moviola in campo: due richieste per squadra su situazioni certe (forse anche il fuorigioco). Solo a fine febbraio Blatter saprà se l’Ifab accetterà questa sperimentazione. Le premesse non sono positive: il Board sembra contrario (come Platini e L’Uefa) a questo passo. Il «no» o un rinvio diplomatico sembra il finale più probabile, ma Blatter non è abituato a perdere. La sorpresa è sempre possibile.
La Gazzetta dello Sport