Momento no Napoli, mancano i gol dei big
Quasi tutti i bomber conclamati, ad esclusione di Zapata che porta una media di assoluto rispetto tra minuti giocati e gol realizzati, stanno deludendo le aspettative. A cominciare da Higuain e proseguendo con Callejon ed Hamsik. Con la conseguenza inevitabile di un nervosismo fuori della norma ben percepibile dalle reazioni avute in campo dai diretti interessati. A nulla sono valsi i richiami di Benitez. Qualcosa non gira più prima nella fase offensiva, quella che una volta era considerata il punto di forza della formazione partenopea. E non gira per il black out dei singoli più che per vuoti di memoria del collettivo. Tutto questo ad una sola partita dal faccia a faccia con la Juventus per la Supercoppa italiana. Da qui, l’invito di De Laurentiis, rivolto in particolare ai big, nel corso della cena sociale, di ritornare a recitare da protagonisti.
Dopo la sosta. Il problema è cominciato ad affiorare dopo la sosta, allorchè l’indisponibilità di Insigne ha tolto alla manovra d’attacco quella fantasia e quegli spunti di cui benificiavano un po’ tutti. Nel tre a tre con il Cagliari ci sono voluti i gol di Inler (un centrocampista) e di De Guzman (un ricambio) per racimolare perlomeno un pari. A Genova, sponda doriana, ha dovuto rimediare Zapata, subentrato dalla panchina. E con l’Empoli, ancora due gol da parte di comprimari: Zapata e De Guzman. Finchè non si è arrivati al buio totale al cospetto del Milan. Il problema c’è e Benitez ha provveduto per primo ad evidenziarlo. Senza i gol di Higuain, Callejon, Hamsik e Mertens, il Napoli giocoforza balbetta contro tutte: grandi, medie o piccole che siano.
Il mistero. Non fa tanto discutere il digiuno di Higuain, fermatosi dopo sette reti consecutive (dalla tripletta al Verona, al gol con il Cagliari) ma a secco da 288’ che pure sono parecchi per uno come lui, quanto la strana involuzione di Callejon. L’attaccante spagnolo è come se avesse smarrito improvvisamente quel fiuto e quella mira che lo avevano portato in testa alla classifica dei bomber alla decima giornata con otto reti. Da allora, dalla gara con la Roma in poi, ed immediatamente dopo la prima convocazione in nazionale, il bomber di Motril è come fosse andato in tilt. Mai più insidioso negli ultimi venti metri, mai più un bersaglio centrato, spesso risucchiato da un lavoro di raccordo per garantire equilibri al centrocampo e quindi poco lucido sotto rete. Probabilmente avrebbe avuto bisogno di fermarsi per un turno ma non poteva per la concomitante assenza di Insigne e le non buone condizioni di Mertens.
Il caso. Del rendimento degli attaccanti spicca il digiuno cronico proprio di Dries Mertens. Rincorre il primo gol dall’inizio del campionato. Ha accusato più di tutti il post-mondiale. E poi ha dovuto smaltire un trauma cranico dovuto ad uno scontro di gioco durante Belgio-Galles. Per la verità anche lo scorso campionato partì a rilento ma alla fine chiuse con undici reti all’attivo, cominciando a far gol proprio da dicembre in poi.
Il rebus. Per Hamsik, invece, la crisi di astinenza prosegue. La doppietta al Verona aveva lasciato sperare in una resurrezione ma lo slovacco vive ancora in un cono d’ombra e non riesce a ritrovare se stesso sotto la guida di Benitez.
Le conferme. Le note liete arrivano infine dal De Guzman e Zapata. Pur avendo giocato a sprazzi hanno inserito i loro nomi in più tabellini dei marcatori: tre reti, l’olandese di origini canadesi; tre per il colombiano che vanta l’inviabile media di una rete ogni settantadue minuti giocati, partendo peraltro spesso dalla panchina.
Corriere dello Sport