Squadra e allenatore deludenti sotto tutti i punti di vista
Non sapremmo se definire impresa più epica quella della finale di Champions del 2005, allorquando il Liverpool di Benitez capovolse il 3-0 del primo tempo contro il Milan, vincendo il trofeo ai rigori, o quella di stasera, in cui sempre l’allenatore spagnolo è riuscito a trasformare la compagine rossonera in una sorta di novello Barcellona…
Purtroppo i tifosi azzurri dovranno ingoiare anche questo rospo, in una stagione nata male e che sta proseguendo rispettando in maniera precisa i nefasti auspici e le facili previsioni di disfatta estive.
Il Napoli di stasera è stato probabilmente uno dei più brutti visto all’opera nell’era De Laurentiis. Privo di attenzione, di idee, di solidità, di anima e di spirito di gruppo. Al Napoli stasera è mancato tutto e, stavolta, è davvero impossibile mascherare le colpe dell’allenatore. Si diceva, nelle scorse settimane, come i problemi degli azzurri risiedessero nei troppi pareggi e dall’incapacità di giocare contro le piccole con la stessa qualità talvolta espressa contro le big. Ebbene, in modo amaramente ironico, Benitez in questa deprimente gara contro il Milan ha risolto entrambe le questioni, perdendo e giocando male contro una big almeno quanto lo si fa spesso contro le formazioni medio piccole.
L’atteggiamento della squadra di stasera è stato totalmente sconfortante. Il primo tempo è stato un monologo dei rossoneri, visto che Benitez, come al solito negli impegni ostici in trasferta, ha deciso di schierare la sua squadra con un atteggiamento del tutto passivo, con un 4-4-2 molto basso a difesa della propria metà campo, che però non ha potuto mascherare la solita inadeguatezza difensiva. Alla prima verticalizzazione, infatti, i rossoneri hanno trovato la facile via per l’1-0 e di lì in poi hanno tenuto il campo con un dominio totale, sfruttando i limiti tecnici e tattici degli avversari in azzurro. Il Napoli, da parte sua, appariva del tutto impotente e incapace di imbastire qualsivoglia iniziativa offensiva. In mezzo al campo la prova di Jorginho e David Lopez è stata imbarazzante. I due, come già in altre circostanze, non sono stati in grado di fornire alcun contributo né in fase di costruzione né in quella di interdizione. Evidente è l’involuzione tecnica dell’italo-brasiliano ex Verona, che arrivato all’ombra del Vesuvio con la fama da predestinato, sembra ormai piombato da alcuni mesi in una spirale di mediocrità che lo sta portando ad essere un elemento inconcludente ed inadatto a questi livelli, anche perché non aiutato dalle disposizioni tattiche del suo allenatore. David Lopez, invece, denuncia gli ovvi esiti delle sue qualità tecniche non eccelse. Il giocatore può sì rivelarsi utile in qualche circostanza, ma di certo, per passo e qualità nelle giocate, non poteva essere l’elemento chiamato a risolvere tutti i problemi di un reparto che abbisognava di ben altri innesti.
Cosa dire poi dei tanti errori visti stasera in fase difensiva? Alle ormai solite disattenzioni dello svagato Raul Albiol, stasera abbiamo assistito ad un’allarmante serie di autolesionistiche giocate compiute da Koulibaly, che rimane il difensore potenzialmente più talentuoso della retroguardia partenopea, ma talvolta farebbe bene a ricordare di non essere Thuram (il paragone potrebbe averlo confuso) e a limitarsi a giocate semplici, evitando di avventurarsi in iniziative che non competono alle sue qualità.
In avanti le cose stasera non sono andate affatto meglio. Higuaìn ha passato trequarti di partita a litigare con i compagni, indispettendoli e non combinando nulla di incisivo palla al piede. Callejòn ha dato seguito al suo periodo nero, passandosi sporadicamente qualche pallone con il solo Pipita e tirandosi per il resto fuori dalle azioni dei suoi. Mertens non è stato praticamente mai servito e mai messo in condizione di sfruttare le sue capacità. De Guzman, infine, ha trascorso tutto il suo match a cercare di improvvisarsi attaccante, come richiestogli da Benitez, rimpiangendo probabilmente i bei tempi in cui si discuteva se lui fosse più un centrocampista o un trequartista.
Le cose per il Napoli sono andate leggermente meglio nel finale, quando già sotto di due gol Benitez ha deciso (tardivamente) di inserire Zapata al fianco di Higuaìn. Con la presenza del ragazzone di colore a lottare lì davanti, qualche sprazzo di vitalità gli azzurri lo hanno avuto, tanto che si è addirittura intravista qualche giocata di Higuaìn, più libero dalle marcature grazie alla presenza di un compagno di reparto. Ma ovviamente questo non è bastato ad impensierire seriamente il Milan, né tantomeno può bastare a lenire lo sconforto e l’indignazione per l’ennesima prestazione negativa di una squadra deludente sotto tutti i punti di vista.