L’allenatore dell’Inter sul derby di Milano: “Partita equilibrata aperta a qualsiasi risultat. Sarà emozionante”. Non risponde alla polemica della Juve di Agnelli e dice: “Non sono abituato a giocare per il terzo posto”
Ma come sta questa Inter, reduce dai primi allenamenti formato Mancini, che ha impostato la difesa a quattro e sta preparando il famoso rombo per il centrocampo: “La squadra è in buona condizione, a parte qualche infortunato e quelli che sono tornati da poco dalle nazionali. Li ho visti e li ho valutati, ma per capire cosa ho tra le mani ho bisogno ancora di un po’ di tempo e soprattutto di valutarli in partita”. Sull’assetto difensivo, il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro non sarà un trauma: “Tanti sono abituati a questo tipo di assetto, molti han giocato così e giocano così in nazionale. Non conta il modulo ma l’atteggiamento, l’attitudine: faremo bene solo se giocheremo da squadra nei momenti più difficili”.
La sfida a Inzaghi (“è passato tanto tempo dal mio debutto da allenatore a Firenze, quando si è giovani si crede di non sbagliare mai: Pippo ha l’appoggio della societò, diventerà un grande allenator), il ritorno proprio in un derby: tante emozioni per un ritorno tanto inaspettato da non aver neanche avuto il tempo di poter nominare un vice: “E’ stato tutto così veloce che tra situazioni particolari, mancanza di patentini ed altre questioni ci sarà bisogno di aspettare ancora qualche giorno. Sarà emozionante rientrare a San Siro proprio per il derby? Ovvio, tutti i derby sono belli ed emozionanti, speriamo di poter riuscire a far scoccare la scintilla”.
Mancini si sofferma molto sui centrocampisti: è lì che nascerà la sua Inter. Non ha più giocatori polivalenti come Stankovic, ma proverà a forgiare la linea mediana su tre protagonisti: Kovacic agirà da trequartista, “perché ha dribbling e può andare a far gol, ma non mettiamogli pressione; Guarin avrà un ruolo importante, “perché è un gocatore che può fare entrambe le fasi e ha il gol nel suo bagaglio”; Hernanes potrà portare qualità alla manovra, anche se è ancora in dubbio per il derby: del suo impiego si deciderà domenica mattina.
La polemica con la Juve, con Agnelli che ha attaccato lo scudetto assegnato alla sua Inter nel 2006 non lo scalfisce: “Sono cose del passato, l’Inter ha già risposto nei giorni scorsi, penso solo alla partita, comunque noi eravamo qui e sappiamo come ci siamo comportati”. Dei dieci derby vissuti da allenatore fa capire che quello vinto 4-3 è il suo preferito, mentre non riesce a scegliere un giocatore del passato che vorrebbe schierare oggi: “Quella squadra ha fatto la storia del calcio, comunque peschi peschi bene perché erano tutti dei campioni assoluti. Noi ora dobbiamo solo pensare a migliorare, a giocare e a mettere i giocatori di adesso nelle migliori condizioni per farlo. Ne conseguiranno entusiasmo, motivazioni e anche un gioco offensivo: perché senza entusiasmo non si riesce a dare il 100%”.
Chiusura con una frase da vero Mancini, che ne tratteggia la sua personalità e anche spiega perché l’Inter lo abbia così a cuore: “Cosa vorrei che mi dicesse oggi il mio allenatore se fossi un giocatore dell’Inter? Che domani gioco titolare nel derby”.
Fonte: SkySport