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E’ l’ora di Marek: tocca a capitan Hamsik trascinare il suo Napoli

Era quello che auspicava Benitez per il suo capitano: che il tuffo in nazionale potesse trasmettere ad Hamsik ulteriore autostima e riaverlo per il prossimo tour de force nelle condizioni psicofisiche ideali. Marek Hamsik non solo ha ottenuto due vittorie, una in Macedonia e l’altra con la Finlandia, ma è andato anche a bersaglio nel secondo incontro: cross tagliato dalla destra di Sestak e inserimento sul centro sinistra del calciatore del Napoli che di testa trafiggeva il portiere avversario. Un inserimento dei suoi, vecchia maniera, con scelta di tempo appropriata e deviazione aerea determinata quanto precisa. I giornali slovacchi parlano di resurrezione nel segno di un ritrovato Hamsik. La nazionale slovacca, affidata da un anno a Jan Kozak, che tra l’altro attua il 4-2-3-1, è prima nel suo girone di qualificazione agli Europei. Davanti alla Spagna, battuta per 2-1 il 9 ottobre a Pod Dubnom. Hamsik, capitano e trascinatore. Ha già collezionato 75 presenze realizzando 14 gol. E dopo la delusione per l’esclusione dal mondiale già sogna di arrivare agli Europei con il vento in poppa. «Andiamoci piano e restiamo umili. Il cammino è ancora lungo ma siamo sulla buona strada. Anche con la Finlandia abbiamo ottenuto la vittoria nei primi minuti e pur sciupando tante occasioni da gol ce l’abbiamo fatta. Sono contento di aver segnato la seconda rete», ha scritto il fantasista del Napoli sul proprio sito internet.

ALL’OPERA . Ora anche Benitez s’aspetta di vedere all’opera il vero Hamsik. In assenza di Insigne e Mertens, tocca al capitano inventare sulla trequarti, sfruttare quegli spazi che si creeranno sulla sinistra ed andare a concludere, oppure fornire assist per i compagni. L’incantesimo è rotto ormai. I tempi sono maturi perché Hamsik, mettendo a segno un gol domenica, raggiunga Altafini nella classifica dei cannonieri del campionato di tutti i tempi con 71 reti. Tra l’altro c’è il Cagliari che ha già trafitto quattro volte con la maglia del Napoli: due in Sardegna e due al San Paolo, mettendo anche la sua firma al 6 a 3 del torneo 2012-2013.
Insomma ci sono tutte le premesse perché lo slovacco reciti da protagonista nell’orchestra diretta da Benitez. Già nelle ultime gare s’era fatto vedere con inserimenti a sorpresa sulla sinistra. Già con la Roma e poi a Firenze, ma ancor prima con Atalanta e Verona (doppietta per lui), Hamsik aveva mostrato segnali di netta ripresa. Ora però dovrà confermare il suo stato di salute e garantire anche i suoi gol al Napoli che viaggia a tutto gas. Li aspetta con ansia Benitez, che pur sostituendolo sistematicamente nelle ultime esibizioni gli ha concesso fiducia illimitata schierandolo sempre dall’inizio; li aspettano i tifosi che non gli hanno mai fatto mancare attestati di stima e affetto. Hamsik, all’ottavo campionato nel Napoli (come Pesaola e Bugatti), è entrato nella storia del club. Domenica toccherà le 256 presenze in maglia azzurra ed è in tutte le classifiche speciali. Si può ben definire una delle ultime bandiere. Della vecchia guardia è rimasto solo lui (con Maggio) e a lui tocca tirare fuori gli artigli in questo periodo che s’annuncia decisivo per scalare ancora posizioni in campionato, nonché mettere le mani sulla Supercoppa italiana il 22 dicembre nella sfida con la Juve.

L’ORA DI MAREK. Se gli impegni con le nazionali hanno messo kappaò Mertens e forse affaticato qualche altro (Ghoulam), in compenso hanno restituito un Hamsik pienamente ritrovato sul piano fisico e nel morale. E mai come domenica, Benitez gli chiederà di attaccare gli spazi lasciati liberi dal Cagliari, fiondarsi verso la porta di Cragno e rimpiguare il proprio bottino di gol che al momento risulta scarno: solo due reti in campionato (e 3 assist), uno in Europa League (allo Slovan) e un altro che ancora suscita rimpianti in quel di Bilbao. E’ l’ora di riprendersi la ribalta. L’ora di Marek.

Corriere dello Sport

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