Jolanda De Rienzo: “Napoli, patti chiari per il futuro”
Jolanda De Rienzo, nota giornalista e conduttrice tv su Sportitalia, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “”Patti chiari, amicizia lunga” il Benitez pensiero è fatto. Tra la nostalgia per la famiglia e il progetto Napoli che potrebbe andare avanti a prescindere dalla presenza del tecnico spagnolo, rimane ancora l’incertezza sul futuro. Abile comunicatore ed attento a non sbilanciarsi troppo, i tifosi azzurri però vorrebbero qualcosa di più: Rafa e il suo calcio spettacolo “vita Callejon durante”. Il Napoli una passione, l’astinenza si fa sentire tanto da riempire già le due curve in vista della partita contro il Cagliari al San Paolo. Emergenza, come non detto, in attacco: Mertens ha rimediato, durante la sfida contro il Galles, una commozione cerebrale a causa di un brutto scontro di gioco, tornerà a Napoli mercoledì, non è certo quindi il suo impiego domenica. Influenza per Christian Maggio ed infermeria già occupata da Lorenzo Insigne e Camilo Zuniga. Urge un rinforzo a gennaio a cominciare, perché no, da Ivan Perisic, il croato spina nel fianco contro l’Italia di Antonio Conte che ha raggiunto già il consenso dei supporter azzurri. A proposito di Italia-Croazia: “Perché trasformare lo spettacolo del calcio nell’esibizione dell’inciviltà?”. Che ci siano dei seri problemi in quanto a sicurezza negli stadi l’avevamo già capito a maggio, in occasione della finale di Coppa Italia. A quanto pare i tappi delle bottigliette contenute nelle borse e negli zaini, sequestrati agli spettatori, sono più pericolosi di razzi, fumogeni e altro. Servono dei nuovi piani per la sicurezza, serve anche da parte nostra un’educazione maggiore per i nostri figli verso i valori dello sport. Da bambina seguivo il Napoli alla radio, il mio papà non voleva che andassi allo stadio: “Fiorellino, non è un’ambiente adatto alle signorine!”, mi ripeteva. Invece mio fratello andava alla partita con mio zio, ogni volta tornava con un nuovo elenco di offese e scurrilità difficili da dimenticare, ripeteva quello che aveva ascoltato sugli spalti. Così per andare di nuovo in quel tempio tutto azzurro che adorava tanto doveva aspettare almeno un mese di punizioni. Oggi vedi genitori sorridere alle parolacce o agli insulti razzisti dei loro figli, assecondano un comportamento antisportivo che anche sui social sta massacrando il nostro calcio. Beh, poi allo stadio qualche anno dopo ci sono andata, ho abbracciato i supporter in curva ed incitato la mia squadra, sapendo la differenza tra ciò che è giusto e sbagliato. Spero che nel nostro futuro ci siano più papà come Renato e più attenzione verso i piccoli uomini che costruiranno il futuro… anche dello sport”.
Mariano Potena – PianetAzzurro.it