Lazio, la nuova rinascita di Marchetti. Ora nel mirino c’è la Juventus
ROMA – “A hero is not one who has never fallen, but one that, when has fallen, has the courage to stand again”, tradotto: “L’eroe non è colui che non cade mai, ma colui che una volta caduto trova il coraggio di rialzarsi”. La citazione in questione appartiene a Jim Morrison, leader dei Doors e icona del mondo della musica. Chissà che nel suo prossimo tatuaggio, Federico Marchetti non decida di prendere ispirazione da questa frase. Sicuramente lo ha fatto nella vita. Già, perché suo malgrado il portiere della Lazio è diventato uno specialista in rinascite, sia in campo che fuori.
TRE INCIDENTI GLI HANNO SEGNATO LA VITA – Lontano dal rettangolo verde quelle più difficili, tutte legate dal terribile filo conduttore degli incidenti stradali: due di questi gli hanno portato via i suoi due migliori amici Andrea Tagliaferri e Francesco Varrenti (in quest’ultimo caso in auto c’era anche lo stesso Marchetti), quelli che Federico si è marchiato per sempre, oltre che nel cuore, anche sul braccio sinistro con una semplice scritta: “Andrea e Francy with me forever”: “Il nostro era un rapporto speciale – ha raccontato tempo fa il portiere – perché viaggiavamo sempre insieme, estate e inverno. In Giamaica, a Cuba. Sognavamo il Messico, e avevamo programmato di andarci”. Il destino purtroppo non glielo ha permesso, ma a lui ha concesso una seconda chance. Sempre un incidente d’auto, questa volta però fortunatamente escono illese tutte e tre le persone a bordo tra cui anche il calciatore biancoceleste: “Uscimmo illesi in tre e quando vedi la morte in faccia… È una brutta esperienza che mi porto dentro come la morte in altri due incidenti di Andrea e Francesco, che giocavano nella Pro Vercelli e con i quali formavamo un gruppo molto unito anche fuori campo. Da lassù loro mi guardano e sono più felici di me, ma queste sono storie che segnano il destino”.
LA NUOVA RINASCITA TRA I PALI – Inevitabile che il suo carattere ne sia uscito segnato, sicuramente fortificato. Anche per questo ha saputo superare i momenti difficili che gli si sono presentati di fronte nella vita calcistica. Come il folle anno fuori rosa a Cagliari per i capricci di Cellino, proprio nel momento migliore della sua carriera: al rientro dopo il Mondiale in Sudafrica giocato da titolare per il forfait di Buffon. Poi, la stagione successiva, la nuova vita alla Lazio, di nuovo da protagonista. Nonostante il periodo di inattività torna a essere un portiere decisivo, quasi quanto un attaccante. In campo è un leader carismatico, trascina la squadra e guida la difesa. Tra i pali le sue parate valgono come gol e portano tanti punti in classifica. Proprio contro la Juve dell’amico Buffon, le sue migliori prestazioni, versione Superman. Poi, la scorsa stagione, il nuovo calo. Gli infortuni a ripetizione, le voci su problemi personali extracalcistici e addirittura papere tra i pali. Irriconoscibile, insomma. E i maligni già lo avevano etichettato: “Ormai è finito, la Lazio deve puntare su un altro portiere”. Un tormentone andato avanti per tutta l’estate. Che lui ha ascoltato in silenzio, senza una polemica, aspettando di essere al 100%, consapevole della fiducia incondizionata di Pioli.
LA PARATA SU IBARBO E LA JUVE NEL MIRINO – Che infatti, non appena lo ha recuperato completamente, lo ha lanciato titolare senza pensarci. La prima volta in casa con l’Udinese alla quarta giornata di campionato: resterà l’unica sconfitta di questa stagione con Marchetti in porta. Perché da quel momento la Lazio decolla, mette in fila 6 risultati utili consecutivi e il portierone torna protagonista, sia con le parate che con la grinta trasmessa ai suoi compagni in campo e negli spogliatoi. Carica da leader, associata a interventi straordinari e decisivi come ai bei tempi. L’ultima con il Cagliari, su Ibarbo al decimo del secondo tempo: una prodezza che ha cambiato completamente le sorti della partita, perché se quel tiro a botta sicura fosse entrato, il Cagliari si sarebbe portato sul 3-2 già a inizio secondo tempo, anziché dover aspettare la rete di Joao Pedro a 6 minuti dalla fine. Una parata decisiva, da Marchetti. Poi il nuovo stop che gli ha impedito di scendere in campo contro l’Empoli: una botta alla schiena rimediata proprio contro i sardi, niente di grave. Quel tanto che basta per permettergli di rialzarsi, di nuovo. La sua specialità. Perché contro la Juve servirà il vero Marchetti, quello versione “Superman”. Un vero “hero”, insomma.
ss lazio
- Protagonisti:
- Federico Marchetti