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Si guarda in Olanda e Argentina per costruire il Napoli del futuro, a partire da Insigne

Il futuro è adesso, è sempre: e ora che sta per arrivare gennaio, e qualcosa bisognerà inventarsi per infiocchettare i sogni e non lasciarli tramontare all’alba, l’azzurro che squarcia all’orizzonte è dominato da Lorenzino Insigne, dalla sua maglia che sventola (almeno) sino al 2019, dalla dimostrazione di fedeltà che lo «scugnizzo» e il Napoli hanno offerto, ognuno per sé. Magari domani è un altro giorno e si vedrà, però l’idea di calcio resta un marchio doc e la scelta di insistere su ciò che in dieci anni ha trascinato nell’Olimpo rappresenta la filosofia che ispirerà De Laurentiis per dare un senso ad un club che sfila il Mondo a modo suo, con convinzioni radicate e vincenti.

BABY D’ORO. Lo scugnizzo è un architrave sul quale poggerà il Napoli, lui con Callejon, lui con Mertens, lui con Higuain, lui con Jorginho, lui con Hamsik, lui con Rafael, lui con Koulibaly: un’onda verde che va gonfiandosi e che crescerà, perché il tempo trascorra specchiandosi in quel giardino di talenti su cui investire con giudizio. Tra un po’ – ma appena un po’ – arriva gennaio e qualcosa bisognerà inventarsi, senza scivolare sugli errori del passato: e nel data-base di Castelvolturno, in quell’archivio in cui Rafa Benitez ha finito per inserire la sua esperienza e le proprie conoscenze, c’è molta Europa, una spruzzata di Sud America, una panoramica sul Mondo, che – come si sa – è una palla…

ORANGE. L’Olanda ha abbondanza di materiale umano in cui credere e l’Ajax è un patrimonio del football internazionale: Ricardo Van Rhijn (24 anni a giugno) ha gamba, sa spingere, può rappresentare una risorsa poliedrica, perché a destra lui va ed ha margini di miglioramento per crederci anche da centrale. Ma ad Amsterdam, tra i tulipani, fioriscono ragazzotti di fisico e di piede come Davy Klaassen (22 a febbraio), un trequartista di spessore, un corazziere con movenze deliziose e una presenza sempre autoritaria, una solidità tattica che lo induce a sentirsi pure centravanti. E’ persino più giovane Viktor Fisher (21 a giugno), lui attaccante un po’ più classico: ma a chi cresce all’Ajax viene chiesto anche altro…

QUI BUENOS AIRES. Che calcisticamente diviene sobborgo di Napoli: Giovanni Simeone (19) ha un nome pesantissimo, un’eredità ingombrante e un universo che lo segue, non certo perché figlio d’arte di Diego, «el Cholo», ma perché dotato. Il piccolo bomber ha carattere (il dna non mente) e sensibilità, un fiuto per il gol che ha indotto a farlo seguire e ad inserirlo nella lista-azzurra: se ne parlerà, quando sarà il momento… Ma se ne è parlato, in quelli che in genere vengono definiti summit.

RITORNO. Non cancellate mai, tra le varie ed eventuali possibilità, il nome di Christop Kramer, che a giugno prossimo sarà sempre un ragazzino (24): il centrocampista del Borussia Monchengladbach è in realtà di proprietà del Bayer Leverkusen e la sua capacità di essere mediano di interdizione e anche (nel caso) centrocampista per costruire ha lasciato il segno nel Napoli, che nell’agosto scorso s’è arreso malinconicamente a quel «no, per ora no». Però un anno può incidere e cambiare gli scenari, può suggerire di provare nuove esperienze: ma in Germania ci sono spesso 007 «vestiti» d’azzurro…

Corriere dello Sport

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