TORINO – Allegri ha gli stessi punti di Conte e una dannatissima voglia che si smettesse di farlo notare. La sua Juve viaggia a ritmi supersonici e sembra ferma, ed è probabile che di questo l’allenatore sia intimamente soddisfatto: sa che il suo lavoro è ancora largamente incompleto come è incompleta la rosa che sta plasmando, per cui accetta senza battere ciglio gli stenti di queste settimane. Ci sono assenze che non possono essere definite trascurabili e altre mascherate da presenze, tipo quello di Vidal e Pogba: due controfigure, rispetto all’enormità che furono nella stagione passata. Ma Allegri ha pazienza, sa che questa è una fase complicata, riconosce che la squadra – scossa in estate dall’adrenalina del passaggio da un allenatore all’altro – sta probabilmente vivendo una fase di flessione emotiva che guarda caso si è verificata dopo la sosta di ottobre, quando la tensione generale si è allentata e l’allenatore ha trovato un gruppo di giocatori scrupoloso ma non più animato da prepotenti passioni.
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Potrebbe non essere un limite: Allegri sta modificando geneticamente la Juve per renderla più razionale, gli serve tempo, ha molta pazienza. Intanto, sta sopravvivendo a questa fase contraddittoria grazie alle ventate di aria fresca, come quelle portate da Pereyra ma soprattutto da Morata, un giocatore che promette di spostare gli equilibri. Finora ha sempre “spaccato”: ad Atene, alla prima da titolare, è stato il migliore dei suoi; contro il Genoa, in mezzora ha rivitalizzato una squadra anemica; a Empoli ha trascinato la squadra soprattutto nei momenti di stanca. È abbastanza normale che una riserva del Real Madrid in Italia possa fare la differenza, visto il modestissimo livello della serie A, per cui Allegri sta soppesando le virtù di questo giovane talento. “Che abbia grandi doti non lo devo dire io: basta vederlo giocare. Deve solo imparare a muoversi in sintonia con la squadra”. In questo senso, l’addestramento cui è sottoposto è particolarmente intenso, ma è chiaro che al momento non si possa rinunciare a cuore leggero allo spiccato senso del collettivo di Llorente, che difatti martedì sarà quasi certamente titolare nella sfida di Champions League all’Olympiacos. È la partita che deciderà i destini europei della Juve. A Torino già ne parlano come fosse una finale.
juventus
- Protagonisti:
- massimiliano allegri