Quanti punti persi per i soliti problemi
Dopo aver visto, contro il Verona, un Napoli sfavillante ma sempre soggetto ad amnesie, anche a Bergamo la squadra si è espressa con intensità e agonismo. A mancare è stata la giusta incisività, soprattutto in un primo tempo in cui si è visto un autentico monologo, ma il reiterato possesso palla non si è tradotto in gol. Gli azzurri, comunque, sembravano padroni del campo, autentici dominatori dell’Atleti Azzurri d’Italia, mancava solo la zampata giusta, il guizzo per assicurarsi l’intero bottino. Si vedeva che era un Napoli diverso, più libero mentalmente, la vittoria con il Verona era stata importante dal punto di vista dell’autostima. Ma si può essere anche forti, il Napoli lo è, si può essere anche superiori all’avversario di turno, il Napoli lo è rispetto all’Atalanta, ma quando si ha una gruviera in difesa, tutto può andare a ramengo nel giro di un secondo. Ed è ciò che è successo in casa della Dea: è bastato un errore, grossolano, di Albiol per far sì che Denis (sempre un cecchino contro la sua ex squadra) portasse i suoi in vantaggio. Tremendo, forse così si può definire l’errore del difensore spagnolo, davvero tremendo! Aveva tutto il tempo di accorciare sul Tanque e di impedirgli di saltare indisturbato, invece, come se il problema non gli riguardasse, si è disinteressato dell’azione, si è fatto saltare dalla palla sul cross di Raimondi e il Napoli si ritrovava a soccombere. Era difficilissimo scardinare il bunker nerazzurro, meno male che Higuain, a quattro minuti dalla fine, ha trovato il pertugio giusto per battere l’ispiratissimo Sportiello. Un pari tardivo, ma la palla sembrava non voler entrare, clamoroso anche il gol fallito da Callejon, a cui bastava soffiare il pallone per segnare, se si impegna altre mille volte a spedirla alta non ci riuscirà mai. Dopo il pari, Mertens ha avuto una ghiottissima occasione per ribaltare il risultato, ma il tiro è stato troppo centrale colpendo Sportiello che avrebbe potuto fare ben poco se fosse stato più angolato. Nel recupero, il Napoli la poteva davvero portare a casa la vittoria. Higuain è stato coraggioso ad incaricarsi della battuta del rigore, ma si è fatto ipnotizzare calciandolo davvero male, non da campione. È inutile colpevolizzarlo visto che, senza il suo spunto, staremmo commentando addirittura la terza sconfitta in campionato, il che sarebbe stata una beffa atroce. Il pari lascia comunque tanto amaro in bocca, non foss’altro per come è maturato, per le tante occasioni presentatesi di tornare a casa con i tre punti e collocarsi, addirittura, a meno cinque dal duo di testa composto da Juventus e Roma. Tra l’altro con lo scontro diretto alle porte contro i giallorossi, in un San Paolo che si preannuncia infuocato come ai tempi migliori. La rabbia è constatare la persistenza dei soliti problemi pur a distanza di un anno: la permeabilità della difesa è più evidente addirittura, come la difficoltà ad imporsi contro le squadre medio-piccole. Il Napoli poteva stare in testa alla classifica se non si fosse fatto beffare dal Chievo in casa, se non avesse dilapidato due vittorie quasi in archivio contro Palermo e Inter, a questi punti buttati bisogna aggiungere quelli di Bergamo. Ecco la rabbia, si potevano avere gli stessi punti, se non qualcuno in più, rispetto a Juventus e Roma, considerate di una spanna superiore agli azzurri. Sabato si ha la possibilità di smentire chi la pensa così, a Fuorigrotta è di scena la Roma di Garcia. Solo una vittoria potrebbe cambiare le carte in tavola e aprire scenari che sembravano impensabili.
Maurizio Longhi