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Il ritorno del Pipita, hattrick di Higuain e Verona demolito

E fu così che al centonovantaseiesimo giorno venne giù il diluvio. Gonzalo, Higuain, Pipita: semplicemente un attaccante straordinario. Digiuno finito, gabbia aperta e tutto torna alla normalità: dopo sei mesi e mezzo di silenzio in campionato, Higuain ha ruggito e spiegato all’Italia, anzi al mondo che s’interrogava su questa strana allergia da gol, di essere sempre il solito leone. Un campione vero. Che tris, il suo; ce n’è per tutti i gusti: azione personale da applausi, tocco da rapinatore, rigore. Dopo 195 giorni di astinenza: l’ultima scorpacciata prima del Ramadan fu con la Lazio, ancora al San Paolo, il 13 aprile. E, guarda un po’, anche in quell’occasione fu tripletta: è il caso di dire che ha ripreso il discorso dal punto in cui l’aveva interrotto.

IL POPOLO. E allora, il leone è uscito dalla gabbia: che ritorno, il Pipita. In grandissimo stile e invocato dal pubblico senza sosta come un gladiatore: dopo la doppietta di Hamsik, altro fatto insolito da 421 giorni (l’ultima con il Chievo ad agosto 2013), il San Paolo comincia a scandire forte e chiaro il suo nome. Del tipo: «Higuain-Higuain-Higuain». E poi ancora e ancora una volta. Lo voleva proprio, il popolo azzurro. Lo ha chiamato, stuzzicato e sostenuto perché sa bene che soltanto con lui, Gonzalo il grande, le cose possono andare in un certo modo. E così, dopo aver assorbito l’amore e la carica, e dopo aver ringraziato la gente con un applauso a gioco fermo, s’è scatenato: dale, vamos, aguante. Senza pietà.

LA REAZIONE. A dirla tutta, il Pipa di gol ne aveva fatti anche quattro, perché all’85’, prima del rigore di chiusura, aveva già baciato in porta un assist di Ghoulam, ma su segnalazione sbagliata di un assistente Gervasoni aveva annullato. Poco male (nonostante Benitez abbia svelato la sua rabbia dopo l’incontro negli spogliatoi): neanche cinque minuti e il tris è servito dal dischetto. A coronamento di una giornata inaugurata con tanto lavoro per la squadra e qualche tentativo, e proseguita poi a suon di reti: stupenda la prima, a coronamento di un’azione personale da fuoriclasse autentico; made in Real la seconda, con assist perfetto servito dall’amico Albiol dopo una lunga cavalcata, con slalom, modello coast to coast. Rafa può essere soddisfatto: i grandi di Spagna – e Hamsik – hanno raccolto il suo appello e trascinato la squadra. Alla grande.

LA CACCIA. E di un certo spessore comincia a essere anche il suo bottino stagionale, dopo il digiuno di 8 partite consecutive in campionato: 6 gol, tra serie A e coppe, decisamente meglio ma non ancora degno della sua fama. Quella griffata ieri, tra l’altro, è la tripletta numero due realizzata con il Napoli (la prima con la Lazio, proprio la partita da cui era cominciato il digiuno in campionato); la sesta della sua carriera (le altre quattro con il Real). In mancanza di parole e dichiarazioni di gioia, considerando il silenzio stampa deciso dal club, sono i numeri a parlare per Higuain. Un attaccante ritrovato. Un centravanti super di nuovo a caccia grossa: della vetta della classifica dei cannonieri, lontana appena quattro passi, e dunque del suo amico Callejon. Il leone è uscito dalla gabbia: «Sono molto felice per la tripletta – ha twittato in tarda serata – Grazie a tutti per il vostro affetto. Buonanotte a tutti». E la fame non è mica placata: arrivederci a Bergamo.

Corriere dello Sport

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