Cerrai e il sogno della Lupa: “Tra qualche anno la Serie B”
Il presidente dei capitolini si definisce un non “decubertiano”. Quest’anno l’obiettivo della squadra è la salvezza. Poi, con una buona base economica, si tenterà il salto di categoria
Partiamo da qui. Perché simbolo e colori che richiamano a Roma e Lazio? Non è come mettere insieme il diavolo e l’acqua santa?
“Non volevamo e non vogliamo cancellare una rivalità, anzi. Abbiamo fatto questa scelta per tentare di raccogliere l’intera città intorno al nostro progetto. Vogliamo che guardino a noi sia i laziali che i romanisti”.
Ma lei è laziale o romanista?
“Sono della Roma”.
Da neo arrivato, che idea si è fatto di questa Lega Pro ?
“Da quello che ho visto finora, è molto affascinante. Per noi è la prima volta e non abbiamo termini di paragone con le stagioni passate. Ancora adesso capita di rendersi conto di dove siamo arrivati e rimaniamo un po’ a bocca aperta. La Lega Pro è come un città d’arte. È tutto bello, nuovo: nel giro di poco tempo siamo passati dal giocare nei campi di calcio, come quelli dell’Eccellenza o della Serie D, a giocare negli stadi, in impianti che prima avevo visto solo in tv. Già questo è un bel colpo d’occhio. E poi noi abbiamo la fortuna di stare nel girone C, quello che in tanti hanno definito un girone infernale, con tifoserie calde e società che, in passato, hanno fatto la serie A e la B. Difficile, ma anche molto stimolante”.
Ha comprato la Lupa, che allora si chiamava Frascati (cittadina sui Castelli, a pochi passi da Roma), nel 2011. Perché questo passo?
“Sono cresciuto nello sport. Sono stato pilota automobilistico. Poi ho dovuto lasciare a causa di un incidente e anche per l’età che avanzava. E siccome non volevo uscire dal mondo sportivo, con degli amici abbiamo deciso di formare una società e abbiamo rilevato l’allora Lupa Frascati, che militava in Eccellenza. E così è cominciato tutto”.
In tre anni è passato dall’Eccellenza alla Lega Pro: non male per essere la sua prima volta nel calcio…
Avevamo programmato tutto. Quando sono diventato presidente avevo promesso che entro pochi anni saremmo arrivati tra i professionisti, così è stato.
Roma è l’unica città ad avere tre squadre tra i professionisti. Prima della Lupa ci sono state la Lodigiani e l’Atletico Roma: tutte esperienze andate male. Qual è la difficoltà di essere la terza squadra in un contesto come Capitale?
Secondo molti la colpa è di Roma e Lazio, ma io non sono d’accordo. Il vero problema, semmai, è trovare delle infrastrutture adatte. Una realtà come la nostra non può giocare all’Olimpico, ovvio. E nemmeno al Flaminio, che ha dei costi altissimi. Sembra strano, ma a Roma non c’è un impianto a norma per fare la Lega Pro. Al punto che noi siamo costretti a giocare ad Aprilia (provincia di Latina, ndr). Questo non ci consente il radicamento con il territorio ed è un handicap per i nostri tifosi che, per venirci a vedere, devono fare un sacco di chilometri. Una situazione inaccettabile.
A maggio la vittoria della Serie D. All’esordio con i Pro avete battuto il Lecce. Meglio la prima o la seconda soddisfazione?
“Se proprio devo scegliere, dico la promozione della stagione scorsa, perché è stato il coronamento di un percorso lungo e faticoso”.
Per quest’anno l’obiettivo dichiarato è la salvezza. Ma ha cominciato a fare anche un pensierino alla Serie B?
“Noi vogliamo crescere. Nei prossimi tre, quattro anni voglio prima consolidare la società dal punto di vista finanziario. E poi si potranno fare altri ragionamenti, come quello di puntare alla promozione. Non sono un “decubertiano”, a me piace vincere. Abbiamo una rosa con un’età media bassissima. Sono sicuro che stiamo costruendo qualcosa di importante. Per ora va bene così. Poi chissà”.
Fonte: SkySport