Rafael contro Rafael. Singolare la sfida tra portieri che va in onda oggi al San Paolo. Sono conosciuti con lo stesso nome di battesimo, hanno altre cose in comune tra cui la nazionalità ma li differenzia la carta d’identità (di ben otto anni più giovane quello del Napoli) ed anche la carriera (più impreziosita quella dell’allievo di Benitez). E’ stato più semplice per il napoletano distinguersi dal connazionale avendo un cognome decisamente più breve, Cabral. Si sono già trovati di fronte nel campionato italiano, a Verona, nello scorso campionato ed ebbe la meglio il più giovane dei due. Al San Paolo, invece, si tratta della prima in assoluto che i Rafael si guardano a distanza.
LE AFFINITA’. Sono partiti entrambi dal Santos ma in prima squadra il Rafael veronese, pur avendo diviso lo spogliatoio con Robinho e Diego, vi è arrivato a malapena (8 presenze in cinque stagioni). Quello napoletano, invece, vi ha collezionato 94 presenze vincendo campionati statali e nazionali fino ad arrivare in nazionale nel 2012 e ritornarvi quest’anno sotto la gestione Dunga.
Presentano più o meno la stessa stazza fisica ma più intraprendente e spericolato l’allievo di Mandorlini. Nel campionato della promozione in B si produsse in un’uscita fino a metà campo per servire un assist-gol a Farias per il 2 a 0 alla Ternana. Passa anche per un buon rigorista, nonchè abile sulle palle inattive. Più impostato, invece, Rafael Cabral, soffiato dal Napoli a una nutrita concorrenza, tra cui l’Inter. Sarebbe andato anche ai Mondiali se non ci fosse stato quell’infortunio a febbraio scorso contro lo Swansea (rottura del legamento crociato destro) a renderlo indisponibile sia per la Nazionale che per il Napoli, già nel girone di ritorno. Rientrato alla base, ha raccolto l’eredità pesante di Pepe Reina giocando titolare e mostrando qualche incertezza di troppo. Entrambi, poi, hanno doppio passaporto: portoghese, il partenopeo; italiano, quello gialloblu. E sono cattolici fino all’estremo. Pregano prima e dopo le partite. Affogano la saudade ascoltando musica brasiliana.
LA SETE DI RISCATTO. Sono animati, inoltre, dalla stessa voglia di riscatto. Sia il Napoli che il Verona vengono da sconfitte brucianti e si affidano prima ai loro portieri e poi agli attaccanti per risollevarsi. Rafael Cabral ha incassato quattro gol in cinque giorni: due a Milano con l’Inter e due a Berna con lo Young Boys; l’altro Rafael, invece, ne ha subiti tre dal Milan al Bentegodi. Il primo le ha giocate tutte in campionato, raccogliendo nove volte il pallone in fondo al sacco; il secondo, invece, in cinque presenze è capitolato quattro volte, di cui tre solo con il Milan ed uno in casa con il Palermo, mai lontano dal Bentegodi.
IL VALORE . Anche se lo spesssore dei due è diverso, nonché le prospettive, è prevedibile assistere ad una bella sfida a distanza. Il Rafael partenopeo, 24 anni, è costato circa cinque milioni di euro. Quello veronese, 32 anni, fu pagato 200mila euro e scoperto da un direttore sportivo campano, Giuseppe Cannella.
Fonte: Corriere dello Sport