L’ANALISI. E allora, l’astinenza del Pipita. Che probabilmente potrebbe già chiamarsi crisi, se non fosse che lui è Higuain e che finora, o almeno nella maggior parte dei casi, è stato soprattutto un uomo al servizio della squadra. Ecco, la partita di Milano con l’Inter ha generato preoccupazione anche sotto questo aspetto: perché d’accordo il gol che non arriva in campionato dalla tripletta con la Lazio del 13 aprile al San Paolo, il rigore sbagliato con il Chievo e gli errori inusuali con il Torino, però è altrettanto vero che la partita del Pipita è stata troppo al di sotto delle sue possibilità. Di certo la squadra non l’ha supportato a dovere, perché al di là di un’idea di Mertens nel finale dalle sue parti è stato il deserto, però a tratti Higuain è parso davvero un corpo estraneo.
UMORE NERO. Nervoso a dire poco, il Pipita: dalla strigliata pubblica ai compagni nel primo tempo, alla protesta plateale con piroetta nei confronti degli arbitri per il fallo di Vidic al limite non fischiato nella ripresa, è impossibile non accorgersi dello stato del suo umore. Come della reazione alla sterilità della manovra: tentativi personali e gli occhi al cielo dopo ogni dribbling non riuscito. Non era Higuain, a San Siro. Non è il vero Higuain dall’1-1 con l’Athletic Bilbao in Champions: ovvero dall’ultima azione personale conclusa con un gol meraviglioso e dalla prima manifestazione di rabbia nei confronti del mondo (azzurro): «Non penso a festeggiare la rete: il Napoli non può stare fuori dalla Champions». E Rafa: «Gonzalo è arrabbiato perché ci tiene a passare il turno».
GLI STIMOLI. Era il 19 agosto, e considerando che una settimana dopo gli azzurri furono eliminati di brutto, è plausibile pensare che l’attaccante argentino abbia accusato il colpo più degli altri. Tra l’altro essendo già reduce dalla delusione mondiale, avendo sempre respirato con il Real l’aria dell’olimpo del calcio e dovendo già fare i conti con l’affievolimento del sogno scudetto, è anche comprensibile che gli stimoli possano essere finiti in stand-by. L’importante, però, è richiamarli d’urgenza dalla vacanza: come ha fatto Callejon.
CAMPIONE CERCASI. A rendere il caso ancor più singolare è il suo rendimento nelle coppe: a segno con l’Athletic, sì, ma a bersaglio anche con lo Slovan Bratislava e lo Sparta Praga in Europa League. Con tanto di prestazione maiuscola e assist a Mertens. Dottor Pipita e mister Higuain. E intanto, i giorni passano: 191 (oggi) e otto partite senza fare festa in campionato. E la cosa non può passare inosservata: lui è Gonzalo Higuain, un campione. Da ritrovare.
Corriere dello Sport