Parla dopo due settimane dal contestato big match della 5.a giornata l’arbitro fiorentino: “E’ stato un periodo difficile, ma ripartirò”. Sulla designazione: “Non era sbagliata, ho la mia esperienza”. Sulla sudditanza psicologica: “Non c’è”
Assunzione di responsabilità – Una gestione di cui Rocchi si assume la responsabilità. “Credo di avere mille difetti ma soprattutto un pregio, di assumermi sempre le responsabilità delle cose che faccio. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte, che sono state difficili. Noi siamo lì per decidere e ho cercato di farlo nel miglior modo possibile, senza ripensamenti o senza dubbi. E’ chiaro che poi quando prendi delle decisioni puoi creare tra i calciatori e nell’ambiente un clima di tensione o comunque di non accettazione. Da questo punto di vista una responsabilità credo di averla”.
Designazione non sbagliata – Juve-Roma, una gara senza fine: qualcuno si era chiesto perché nel match ‘scudetto’ non fosse stato mandato Rizzoli. “Nel dire che era designabile Rizzoli non c’è niente di strano – continua Rocchi -, un collega che stimo tantissimo, il più bravo del mondo. Dispiace perché sembrava che non fossi in grado di farla questa partita, quando invece io la mia esperienza ce l’ho. Non era la prima volta che arbitravo Juventus-Roma e fortunatamente le altre volte era andata decisamente meglio, per cui un po’ mi ha ferito. Dispiace che la mia prestazione non sia stata ottimale, potevo fare meglio e dispiace per chi ti ha affidato questo incarico. Sinceramente mi é dispiaciuto molto sentire dei giudizi non proprio lusinghieri sulla designazione”.
Pronto a ripartire – Due settimane difficili per il direttore di gara toscano, sotto i riflettori, ma lontano dal campo. “Non sono state tra le più semplici: ho cercato di metabolizzare quello che era successo, stando in famiglia, con i miei figli, sanno che in questi momenti bisogna avere un po’ di pazienza in più perché me la prendo molto. Poi passa, però quando ricevo una delusione ci rimango male. E mi sono allenato più di prima per cercare di essere pronto per il rientro”.
L’enstusiasmo della vigilia – Una sfida che Rocchi aveva vissuto alla vigilia con entusiasmo. “La soddisfazione di ricevere la designazione di una partita così importante è molto grande – racconta -. Non era la prima volta che dovevo arbitrare Juve-Roma, quella del 5 ottobre è stata la quinta. Sai che è una partita importante anche che devi affrontarla con la massima serenità. Io sono un arbitro molto istintivo. Quello che vedo faccio. Il 95% delle mie decisioni sono legate alla mia esperienza. Nella maggior parte delle volte sono state decisioni corrette e se sono arrivato dove sono arrivato è proprio per questa caratteristica”.
Grazie Pallotta – “Non mi permetto di giudicare nessuno, ma vorrei invece sottolineare le dichiarazioni del Presidente della Roma perché ha chiesto di abbassare i toni e credo che sia l’atteggiamento giusto” ha detto elogiando le parole di Pallotta. Nessun dubbio invece sull’espulsione di Garcia, reo di aver mimato il violino. “Un gesto che non possiamo tollerare, non regolamentare. Mi è dispiaciuto in quel momento espellerlo perché non fa mai piacere allontanare un allenatore in particolar modo in una gara del genere, ma ho ritenuto corretto farlo. Io sono li per applicare il regolamento e non posso permettere un determinato atteggiamento”.
Nessuna sudditanza – Quanto alla sudditanza psicologia pro Juve, Rocchi è chiarissimo: “Quando arbitro la Juventus, arbitro una squadra come tutte le altre. Lo testimonia la mia storia. Il mio obiettivo è di essere il più equilibrato possibile nelle decisioni e non guardo assolutamente il colore della maglia”. In quel Juve-Roma le tensioni non sono state facili da gestire. “I calciatori pensano a giocare la partita. Sta all’arbitro riuscire a calmare gli spiriti e a portare la partita su dei livelli di accettabilità. A volte i calciatori potrebbero avere degli atteggiamenti migliori, però non sta a me educarli”.
Il futuro – Rocchi spera che questa partita non macchi la carriera e soprattutto il futuro. “Mi auguro di no e credo di no. Nella carriera di un arbitro ci sono momenti dove le cose non vanno come dovrebbero andare”. Rocchi ora guarda avanti: “Non ce l’ho con me stesso. Mi sono reso conto che potevo fare meglio. Ho fatto quello che ho sempre fatto, dando il massimo. Non posso avere rimpianti. Quando fai l’arbitro conta anche la fortuna”.
Fonte: SkySport