Marek Hamsik e Walter Mazzarri sono due personaggi molto riservati, ed è proprio per questo che definire il loro rapporto risulta molto difficile: allievo e maestro, totem del campo e della panchina, fratello maggiore e minore, amici… Chissà. La certezza, però, è la base che rende il resto un mix di semplici sfumature: tra il capitano del Napoli e il tecnico dell’Inter c’è un rapporto intenso. Strettissimo, solido, schietto. Che, domani, renderà speciale la giornata di Marek. E la sua sfida a un passato che gli piaceva davvero tanto.
IL BRIVIDO. E allora, la sintesi: agonismo più ambizioni più sentimenti. Sia chiaro: è fuori discussione che Hamsik giocherà al massimo delle sue possibilità e farà di tutto per aiutare il Napoli a vincere, però, magari prima e dopo la partita, è possibile che qualche brivido gli spacchi la schiena e il cuore. Soprattutto ripensando alle immagini di Mazzarri avversario che si agita e si toglie la giacca davanti alla panchina dell’Inter. Sarebbe interessante sapere cosa si dicono quando parlano, e anche quante volte si sentono in un mese; sarebbe forte sapere se l’allenatore invia sms alla Mourinho o se nell’ultimo anno si sono mai incontrati. Magari a cena.
IL MEGLIO. Considerando che un certo tipo di curiosità è destinata a rimanere tale, è bene basarsi sui fatti. Anzi, sul fatto: se Hamsik e il mito della cresta del gol sono venuti fuori con Reja, è con Mazzarri che il ragazzo dell’Est ha dato il meglio. In Italia e in Europa. E d’accordo certe pause congenite, però l’Hamsik di ieri era un altro giocatore rispetto a quello di oggi. Il Napoli di Rafa, che l’ha promosso capitano dopo la partenza di Cannavaro, è ancora in attesa del miglior Marek: nella stagione precedente l’infortunio e il cambio tattico ne hanno condizionato il rendimento, è vero, però quest’anno qualche segnale è già arrivato e in Nazionale ha dimostrato una certa duttilità (schierato anche da falso nueve). Magari ci siamo; magari il tappo esploderà a San Siro.
LA PRIMA. Domani, tra l’altro, per il capitano azzurro dovrebbe finalmente arrivare anche la prima da titolare al cospetto del mentore: l’anno scorso, infatti, Marek fu costretto a saltare la partita del San Paolo per problemi fisici e al ritorno di Milano, con la finale di Coppa Italia dietro l’angolo, prese parte soltanto negli ultimi venti minuti. Poco. Niente rispetto alle aspettative di questa vigilia: in campo dall’inizio, con la fascia di capitano al braccio sinistro e carico di adrenalina dopo le due vittorie (e i due gol) con la Slovacchia. Splendidi presupposti, per lui; decisamente meno per Mazzarri, impegnato nella risoluzione di una storia che rischia di precipitare proprio con il Napoli di Hamsik. L’allievo prediletto. Il suo Marek. Capitano avversario.
Corriere dello Sport