Daniele Santis ammette di aver sparato a Ciro, ma dice di averlo fatto esclusivamente per paura, perché è stato coinvolto in una rissa e ha temuto per la sua incolumità, cosa ne pensa? «De Santis può dire ciò che vuole, ma ci sono i testimoni oculari che hanno visto quello che ha fatto il 3 maggio scorso a Tor di Quinto. Non può sfuggire alla realtà dei fatti. E certamente non si ammazza una persona per paura».
Crede alla storia della mischia in cui, tra sassaiole e tafferugli, è partito il colpo di pistola per legittima difesa? «La verità è un’altra, lo sanno tutti, perché Daniele De Santis stava provocandoi tifosi napoletani lanciando fumogeni contro gli autobus che listavano trasportando allo stadio Olimpico».
Quindi non può aver sparato poiché impaurito dai momenti di tensione? «Certo che no. E ora non può mica dire che ha sparato a Ciro perché voleva farlo. Mi arrabbio, è un’altra fuoriuscita mediatica, queste bugie sono assurde».
Cioè è una strategia difensiva quella di De Santis per alleggerire la sua posizione?«Era ormai inevitabile che ammettessedi aver sparato dal momento cheil risultato degli esami balistici non lascia spazio ad altre interpretazioni: sui suoi guanti c’era traccia di polvere da sparo. Ma lui dimentica che ci sono i testimoni di quei momenti fuori lo stadio. E ci sono i racconti di mio figlio, io so bene la storia come è andata».
Il Mattino
