Benitez atto secondo, 10 partite ai “raggi ics”: la sorpresa è Gargano
Appena 270’ fa, prima del provvidenziale filotto con Sassuolo, Slovan Bratislava e Torino, il “Benitez II” era la copia sbiadita e deficitaria del “Benitez I”, che aveva macinato record, vittorie e consensi nella passata stagione. C’è voluto un tris di successi, tra campionato ed Europa League, per scacciare le ombre dalla panchina azzurra e ridare un po’ d’ossigeno a tutto l’ambiente: approdato se non altro con serenità al giro di boa della seconda sosta. Il Napoli s’è guadagnato la possibilità di tirare il fiato e di preparare col morale alto l’impegnativa trasferta a San Siro del 19 ottobre, sul campo dell’Inter di Mazzarri. A Castel Volturno, dove ieri mattina sono ripresi gli allenamenti senza i nazionali, è ritornato l’entusiasmo. I giocatori saranno premiati nel weekend con tre giorni di riposo e Rafa sta preparando le valigie per Liverpool, dove l’attendono i suoi familiari. Di buon umore pure Aurelio De Laurentiis, che rientrerà dopodomani
dalla trasferta di lavoro negli Stati Uniti e ritroverà una squadra molto diversa da quella che aveva salutato con comprensibile preoccupazione alla fine di settembre. Non ancora guarita, ma in convalescenza e viva. Il peggio sembra essere dietro le spalle, insomma, anche se la ripresa è solamente all’inizio e i conti rimangono in rosso.
I numeri — Rispetto alla scorsa stagione sono tutti negativi, nonostante le ultime vittorie. Il “Benitez I”, tra il campionato e le Coppe, aveva infatti messo insieme in 53 partite ufficiali 107 punti (media 2.01 a gara), realizzato 104 gol (1.96) e incassato 57 reti (1.07). Le prime 10 giornate del “Benitez II” registrano, invece, un andamento molto più sofferto su tutti i fronti: al di là delle 5 vittorie, dei 2 pareggi e delle 3 sconfitte totali. Il Napoli marcia alla media inferiore di 1.7 punti a partita (gonfiata con i successi in Europa League), ha segnato 15 gol (media 1.5) e ne ha subiti 12 (1.2): fuori dalla Champions e settimo in classifica.
Cosa funziona — Gli azzurri hanno ricominciato a produrre molto in fase offensiva, trovando la rete con quasi tutti (tranne Michu) i loro bomber. Callejòn è già salito a 4 gol, in media con i suoi 20 del “Benitez I”. Seguono Higuain con 3, tutte in Coppa, Hamsik e Mertens a 2, Zapata e Insigne a 1. Non manca troppo per avvicinare gli standard della passata stagione e i 4 centri di testa dimostrano che il Napoli ha trovato una strada nuova per colpire gli avversari: migliorando come aveva anticipato Rafa in estate nel gioco aereo. Note positive pure negli altri reparti, ma solamente per i singoli. Koulibaly è un buon acquisto, Zuniga si sta riprendendo finalmente dall’infortunio, David Lopez tornerà utile e Gargano stupisce sempre di più: per impegno e attaccamento alla maglia. Ieri l’uruguaiano ha risposto di nuovo di no alla sua nazionale. «Grazie per la convocazione, ma resto per preparare bene la gara con l’Inter». A San Siro ritorna da ex e con qualche sassolino nelle scarpe, per il rapporto burrascoso con Mazzarri.
Cosa non funziona — Il “Benitez II” era iniziato soprattutto con un traguardo. «Dobbiamo trovare più equilibrio». Missione, per ora, fallita. Il nuovo Napoli subisce perfino più gol rispetto a un anno fa, quando la difesa era già stata il punto debole. Le 12 reti subite in 10 partite non sono da grande squadra. Rafael sta facendo rimpiangere Reina, Albiol stenta, Henrique e Ghoulam sono desaparecidos. Peggio del “Benitez I”: serve una soluzione.
La Repubblica