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Il Napoli si è ritrovato: turnover, equilibrio, Callejon e Koulibaly i punti chiave

IL TURN OVER. Grazie alla crescita collettiva sul piano atletico, Benitez ha potuto effettuare (e sfruttare) a suo piacimento il tanto chiacchierato turn over. Anzi, ha proposto una girandola di nomi più che una rotazione vera e propria. Cinque cambi con il Sassuolo, rispetto alla gara con il Palermo; addirittura sette con lo Slovan; altri sette con il Torino. Mai la stessa formazione nelle tre gare disputate. Due soli calciatori le hanno giocato tutte: Rafael e Koulibaly. C’è stato spazio anche per David Lopez, De Guzman, Michu, Zapata e Mesto. Diciannove elementi impiegati a turno senza che gli automatismi ne risentissero più di tanto. «Con questo sistema ho vinto dovunque ho allenato e così si può vincere in più di una competizione. E’ chiaro che più la rosa è forte, più si è competitivi ma il turn over è fondamentale quando si gioca ogni quattro giorni», ha ribadito Rafa.

L’EQUILIBRIO. L’altro motivo è rappresentato dall’equilibrio tattico che la squadra ha ricercato e trovato dopo il 3 a 3 con il Palermo: squadra più corta, uno degli esterni d’attacco che s’abbassa per aiutare il centrocampo, pressing portato più alto e con intensità, il tutto supportato da una maggiore cattiveria nei contrasti e meno possesso palla sterile in fase attiva. Con il Torino, soprattutto nella ripresa, se n’è avuta la rappresentazione pratica. Ma già con il Sassuolo e poi con lo Slavan si erano intravisti dei piccoli passi in avanti.

I GOL DI CALLETI. La ritrovata vena di Callejon è stato un altro dei punti salienti della rinascita. Distratto in estate dalle sirene di mercato, lo spagnolo ha avuto una partenza abulica. Appena gli è tornato l’entusiasmo, ecco l’attaccante devastante che tanto piaceva a Mourinho e tanto piace a Simeone. Quattro gol nelle sei presenze in campionato e un assist. Tre reti di fila nelle ultime tre gare della massima serie. Dopo i venti gol della passata stagione (15 soltanto in campionato), Callejon si avvia a concedere il bis, se non a fare anche meglio. Nel frattempo riesce a colmare il digiuno di Higuain per quanto riguarda il campionato, non in Europa, dove il Pipita è andato a bersaglio tre volte.

KALIDOU, LA SORPRESA. Forse neanche Benitez s’aspettava tanto da Kalidou Koulibaly. L’inserimento del ventitreenne di nazionalità francese, prelevato dal Genk, al centro della difesa ha garantito una solidità ed anche una continuità al di sopra della norma. Ed è stato l’unico a non essere avvicendato. Koulibaly va acquistando sicurezza di partita in partita, mette la sua fisicità al servizio del reparto e non perde mai la bussola anche nei momenti più critici. Merito soprattutto suo se il Napoli in due gare (con il Sassuolo e con lo Slovan) non ha subito gol. Deve ancora maturare sul piano tattico ma ha margini di miglioramento notevoli. Ed ha una voglia di sfondare, nonché una vivacità mentale, che lo faranno diventare uno dei centrali difensivi più forti in circolazione, non solo in Italia.

Corriere dello Sport

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