Dopo il Napoli, Gargano si è ripreso anche il San Paolo
Lo striscione è rimasto lì, appeso per tutta la partita. Severo, duro, intransigente. Di rottura. «77 levati la maglia». Nessuna pace, niente tregua. La curva era e resta ferma sulla sua posizione, offesa com’è per le modalità di quello che doveva essere un addio e non è stato. Gargano contestato. Ancora. Però nel silenzio. Che pure fa rumore e ferisce. Nessun fischio stavolta, solo applausi. E tanti. Di tutto il resto o quasi dello stadio. E’ uscito tra l’ovazione della gente. Il figliuol prodigo riabbracciato dal San Paolo, stretto in una morsa di consensi e affetto ritrovato. E’ il calcio dei sentimenti. Pure di quelli traditi. Perché sempre di amore si tratta. C’è chi non dimentica. Quelle parole sussurrate con ingenuità e leggerezza andando via all’Inter hanno lasciato il segno. Cicatrici nell’anima. Inchiostro permanente su quel drappo di stoffa rimasto baluardo di una opposizione. Gargano spacca. Anche se non proprio a metà. Un po’ di San Paolo contro, tutti gli altri con lui. S’è ripreso l’azzurro. S’è imposto e ora gioca. Titolare in Champions, in campo dall’inizio con lo Sparta, 5 volte in campionato. Gargano l’uomo in più di Benitez. Doveva andar via. Tentazioni e dubbi. Poi la scelta. Decisa e consapevole. Ha voluto il Napoli e si è reso indispensabile. Corsa, fatica e pressing in ogni direzione. Un millepiedi. Gambe corte e il dinamismo che nessun’altro ha in squadra. Cento ne ruba di palloni, qualcuno ne perde. Però c’è. E si fa sentire, in ogni senso. Con gli avversari e pure coi compagni. Gargano un capitano senza fascia. Orgoglioso, tosto, autorevole. A Reggio Emilia ha parlato alla squadra da leader. Lui più degli altri. In campo c’erano tre ex Real Madrid, il capitano vero, un napoletano e un po’ di nazionali sparsi qua e là. Piedi da Champions e mani da Copa Libertadores. Ma il discorso l’ha fatto lui. E a voce alta. Questione di personalità. Strabordante qualche volta. Troppo per qualcuno. Mazzarri se lo ritroverà contro nel giorno del suo giudizio: e nel calcio nessuno dimentica. Gargano vorrà esserci. Pure se stanco e col fuso da smaltire. Un tour de force con San Siro come metà. Arabia-Castelvolturno-Milano. Prima la nazionale (test con Oman e Arabia) poi l’Inter. Gargano si fa in due. Celeste Uruguay e azzurro Napoli tonalità diverse di uno stesso colore.
Corriere dello Sport