Udinese, Stramaccioni: “Piazza giusta per me, qui si crede davvero al progetto”
ROMA – Se non fosse stato per un dubbio rigore in pieno recupero che ha consentito al Cesena di acciuffare l’1-1 al ‘Friuli’, la sua Udinese sarebbe sulla seconda poltrona, in compagnia della Roma. Sono comunque 13 i punti raccolti dai bianconeri nelle prime sei giornate di campionato, una partenza davvero positivo per la truppa guidata da Andrea Stramaccioni.
GUARDA I GOL DI UDINESE-CESENA
STRAMACCIONI: “UDINESE CAPITALIZZA AL MASSIMO I SUOI GIOCATORI” – “Udine credo che sia una piazza importante per un allenatore giovane come me, e sono orgoglioso di essere stato scelto dalla famiglia Pozzo. Qui la parola progetto non è una parola messa lì, ma vi si crede davvero – sottolinea il tecnico dei friulani ai microfoni di ‘Radio Anch’io lo Sport’ su Radiouno – Siamo una squadra giovane che ha una sua identità e che cerca di giocare al meglio. Il nostro obiettivo è la salvezza e aver messo in cascina 13 punti è importante per il prosieguo del nostro cammino. Si parla poco di Udinese perché non ha un seguito come le grandi piazze, ma è stato nominato di recente come club che capitalizza al massimo i suoi giocatori. Dobbiamo arrivare prima degli altri sui giocatori, l’Udinese ogni anno mette in vetrina ragazzi interessanti, poi sta all’allenatore valorizzarli. Sempre con la massima umiltà”.
“DI NATALE E’ UN ESEMPIO PER I NOSTRI GIOVANI” – Il calcio che Stramaccioni vuole fare è quello di “una squadra che abbini una grande solidità difensiva ma che sia sempre propositiva, con idee basate su velocità e rapidità. Ma ogni squadra ha la sua composizione – aggiunge l’ex allenatore dell’Inter – determinata dalla bravura dei giocatori, sono loro che ti aiutano a cucire l’abito a misura della tua squadra. Questa è una piazza umile e orgogliosa, i nostri tifosi ci vogliono vedere lottare e questo deve essere il nostro spirito”. E poi c’è un campione come Di Natale, sempre protagonista a dispetto dell’anagrafe. “Totò è un giocatore straordinario, che ha avuto un percorso diverso rispetto ad altri campioni, penso a Totti, ha avuto un percorso di gavetta difficile – ricorda Stramaccioni -. Non era un campione a 18-20 anni ma lo è diventato facendo tanti gol in categorie minori. E’ un esempio per i nostri giovani, a 26 anni era nelle categorie inferiori, ora segna tanti gol in Serie A. Io lo prendo sempre ad esempio per i nostri giovani. Se a 37 anni gioca così ed è tra i capocannonieri, è frutto delle sue capacità”.
“PALLONE A GRANDE VELOCITA’, NON BASTA PIU’ OCCHIO UMANO” – Inevitabile un commento sulla rete del Cesena nel match di ieri. “Rigore inesistente? Ieri ero più arrabbiato, ci ho dormito sopra, e voglio cercare di costruire qualcosa. Il calcio credo stia cambiando, va ad una velocità incredibile, le decisioni vanno prese in una frazione di secondo. Diciamo che sport americani come basket, football, ci insegnano e sono più avanti – il giudizio del timoniere che ha raccolto l’eredità di Francesco Guidolin -. Non si possono prendere decisioni che muovono milioni di investimenti solo con l’occhio umano. Per me l’arbitro, in buona fede, è stato ingannato. Come l’arbitro di Torino che ha dovuto prendere decisioni difficilissime di centimetri. Se in America rivedono 10 volte se un tiro da tre era buono o no, perché non possiamo applicare la moviola al calcio? Ci sono sport molto più all’avanguardia, perché non possiamo aiutare uno sport fantastico come il nostro e renderlo credibile? Sfido chiunque a prendere certe decisioni da 3 centimetri dentro o fuori”.
“LA ROMA E’ AL LIVELLO DELLA JUVE QUEST’ANNO” – Accennando al big match, Stramaccioni, ex allenatore delle giovanili della Roma, parla poi anche della sfida al vertice allo Juventus Stadium e delle polemiche che ne sono seguite. “La Juve penso sia la squadra comunque meritatamente campione d’Italia, ha trovato un avversario di pari livello, la Roma mi sembra molto più forte dell’anno scorso e consapevole dei suoi mezzi, anche l’Europa le ha dato dimensione. Forse la Juve è più continua, ma questa partita ha dimostrato che i valori sono simili e poi un episodio può indirizzare la gara da una parte o dall’altra”.
“TORNEREI ALL’INTER, UN PEZZO DI CUORE E’ RIMASTO A MILANO” – A proposito di ‘grandi’ del nostro campionato, l’allenatore non ha dimenticato l’esperienza in nerazzurro. Anzi, ai microfoni Rai, ammette che sogna di poterci tornare un giorno. “Se tornare all’Inter è un’aspirazione? Si, è normale. Bisogna sempre parlare con rispetto, perché c’è una proprietà differente che ha fatto altre scelte, in maniera innovativa, ma c’è l’ambizione di poter tornare in una squadra importante, fermo restando che l’Udinese lo è – confessa Stramaccioni -. Quando il ds Ausilio ha rinnovato fino al 2017 gli ho detto, come battuta, ‘allora mi riporti all’Inter?’. Detto questo, sto bene all’Udinese che ha creduto in me e spero di rimanere qui a lungo contribuendo al progetto”. Parlando del momento difficile della squadra di Mazzarri, reduce da due pesanti ko in campionato con Cagliari e Fiorentina, l’ex tecnico nerazzurro sostiene che “sicuramente l’Inter è una delle squadre più amate d’Italia, lo dicono i numeri, e non nego che un pezzetto del mio cuore è rimasto a Milano. Sono entrato all’Inter dalla porta di servizio, ho conosciuto tutti, dal magazziniere al presidente, e mi dispiace che sia in un momento cosi’”. Quindi un accenno finale sul suo addio all’Inter. “Adesso c’è una proprietà differente che ha fatto altre scelte, in maniera innovativa. Io ero stato scelto da Moratti, costruito in casa, venivo dal settore giovanile e in momento di difficoltà aveva scelto di portarmi prima in prima squadra e poi di confermarmi per un progetto triennale. Il momento decisivo è stato quando Moratti mi ha detto che vendeva tutta la società ed è giusto che chi sia arrivato dopo abbia cambiato molte cose”.
Fonte: Repubblica