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Lazio-Sassuolo 3-2, spettacolo all’Olimpico e festa biancoceleste

ROMA – Quando c’è da complicarsi la vita, la Lazio di Stefano Pioli sembra non avere rivali. I capitolini riaprono praticamente da soli una gara già chiusa e poi iniziano a sbattere a ripetizione contro il muro Consigli, restano in apnea fino al triplice fischio di Tommasi a causa di un paio di errori clamorosi sotto porta di Klose e Felipe Anderson e, a conti fatti, devono anche ringraziare Longhi, che a 9′ dalla fine spreca di testa il pallone del potenziale 3-3. All’Olimpico scorrono velocemente 90 minuti intensi, con i biancocelesti che confermano l’efficienza della loro fase offensiva ma continuano a mostrare allarmanti amnesie difensive, quasi tutte a firma Cana. L’albanese, che con il suo fallo da rigore e conseguente espulsione ha rimesso in carreggiata il Sassuolo, non appare il partner ideale per un de Vrij che oggi ha tenuto in piedi la baracca praticamente da solo.

BERARDI, CONSIGLI E POCO ALTRO – Nel Sassuolo sono in due a brillare. Da un lato Domenico Berardi, sempre più mina vagante, capace di alternare blackout inspiegabili a partite di rara ispirazione. L’Olimpico esalta il talentino neroverde così come Andrea Consigli, che nel secondo tempo nega a più riprese alla Lazio il quarto gol. Non può bastare, però, per ottenere quel successo che ancora manca nella stagione neroverde, e che in altre piazze provocherebbe già voci di esonero nei confronti di Eusebio Di Francesco, fermo a quota 3 punti nonostante un organico superiore a quello di molte dirette concorrenti, specialmente in zona-gol. La classifica inizia invece a sorridere alla Lazio, che con il terzo successo prova a mettersi in scia a Milan ed Hellas Verona.

CONFERMA DJORDJEVIC – Pioli conferma il 4-2-3-1 con Mauri sulla trequarti e il capitano biancoceleste firma il primo vantaggio di giornata al 9′: Onazi – fra i migliori in campo – lo pesca al limite dell’area, mancino chirurgico nell’angolino basso alla sinistra di Consigli. In avvio si erano resi pericolosi Cana e Zaza, attenti in entrambi i casi i portieri. La Lazio sente la vittoria in tasca già al minuto 25, quando Candreva pesca la testa di Djordjevic: schiacciata vincente con un’incornata ad anticipare Cannavaro, 2-0. Ed è qui che i padroni di casa spengono la luce per la prima volta. Calcio d’inizio, il Sassuolo si getta in avanti, Sansone vede il taglio di Berardi, Cana si pianta e Braafheid non riesce a chiudere: il sinistro dell’attaccante è centrale, Marchetti buca l’intervento e i neroverdi tornano in gara. Capitolini in rottura prolungata, altra discesa di Sansone per Berardi, l’autore del 2-1 pasticcia ma serve involontariamente Zaza, che dal limite colpisce il palo col mancino a giro.

CANDREVA NON SBAGLIA, CANA SI’ – La Lazio si riprende, Lulic mette in mezzo da destra, Antei in acrobazia è chiamato agli straordinari per negare il gol a Djordjevic, Candreva è in area piccola e non può sbagliare, insaccando da due passi col sinistro. L’onda lunga del tris si sente anche in avvio di ripresa, Lulic si mette in proprio e spara col destro, primo squillo di Consigli. Sul ribaltamento di fronte i romani toccano con mano il panico. Lancio lungo, Berardi parte in posizione sospetta, Cana lo affossa in area di rigore. Penalty e rosso sacrosanto, il mancino dell’attaccante dal dischetto vale il 3-2 e riapre la contesa. Ciani per Mauri è la contromossa di Pioli, Marchetti combina un mezzo disastro su cross da destra ma riesce a rispondere al sinistro sporco di Peluso. Alla Lazio va riconosciuta la personalità tecnica, non si chiude, prova a rilanciare. Onazi per Candreva, cross rasoterra a pescare il tocco astuto di Djordjevic, presentissimo sia sotto porta che quando c’è da fare a sportellate, Consigli si esalta in controtempo.

FUORI ANCHE PELUSO – Proprio Djordjevic si invola in solitaria sulla sinistra al quarto d’ora, cross per Candreva che vola verso Consigli, Peluso si aggrappa con due mani all’avversario: corretta la chiamata – punizione e non rigore -, lo è meno il secondo giallo, c’erano gli estremi per il rosso diretto. Non cambia la sostanza, mezz’ora in dieci contro dieci, salta ogni convinzione tattica. Di Francesco prova a giocarsi la carta scaramantica Floro Flores – cinque reti in carriera alla Lazio, due lo scorso anno – ma il napoletano non ha l’impatto atteso sulla sfida, Parolo scalda i guanti a Consigli per il miracolo numero 3. Pioli vede Candreva stanco e inserisce Felipe Anderson, il brasiliano non riesce a incidere come a Palermo ed è lui, assieme a Cavanda, a non chiudere la diagonale su un cross delizioso di Berardi al 36′: Longhi in tuffo a colpo sicuro, Marchetti respinge d’istinto un’incornata comunque centrale. Klose subentra a Djordjevic, Parolo gli regala il pallone del poker, il tedesco opta per la precisione, esaltando nuovamente Consigli che si distende sulla sua sinistra. Il Sassuolo è sbilanciato, Onazi serve a Felipe Anderson un assist da trasformare in gol, lo stop è da dimenticare e il 4-2 non matura. E’ comunque tardi per il Sassuolo, fin troppo indietro in classifica per quelle che sono le sue potenzialità. Alla Lazio basterà un pizzico di attenzione in più per recitare un ruolo da protagonista nella corsa Europa League.

LAZIO-SASSUOLO 3-2 (3-1)
Lazio (4-2-3-1): Marchetti 6; Cavanda 6, de Vrij 6.5, Cana 4, Braafheid 5.5; Onazi 7, Parolo 6; Candreva 7 (32′ st Felipe Anderson 5.5), Mauri 6.5 (6′ st Ciani 6), Lulic 6.5; Djordjevic 7 (40′ st Klose sv). (Berisha, Strakosha, Konko, Novaretti, Pereirinha, Ederson, Ledesma, Keita). All.: Pioli
Sassuolo (4-3-3): Consigli 7.5; Gazzola 5.5, Antei 5.5, Cannavaro 4.5, Peluso 4; Biondini 5.5 (6′ st Missiroli 5.5), Magnanelli 6, Taider 5.5 (19′ st Longhi 5.5); Berardi 7.5, Zaza 6, Sansone 6.5. (Polito, Pomini, Acerbi, Bianco, Terranova, Brighi, Chibsah, Floccari, Pavoletti). All.: Di Francesco
Arbitro: Tommasi
Reti: 9′ pt Mauri, 25′ pt Djordjevic, 26′ pt Berardi, 35′ pt Candreva, 5′ st rig. Berardi
Ammoniti: Marchetti, Onazi, Cannavaro
Espulsi: Cana e Peluso
Recupero: 1′ e 3′

Fonte: Repubblica

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