Slovan-Napoli, i top e i flop di Paolo Prestisimone
Paolo Prestisimone, storico giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Per carità, niente di cui esaltarsi o andare in brodo di giuggiole. Ci voleva la vittoria, magari anche sgraffignata, anche poco di più. E’ arrivata la vittoria e se il “poco-di-più” non s’è visto, ‘ciapa’ su e porta a casa: Napoli sta abituandosi al piccolo pensare del Napoli: questo è quello che passa il governo, sognare piace a tutti, illudersi pure si può, ma non tira aria di lussuosità pallonare. Tocca adeguarsi. In attesa di tempi migliori, sperare nei quali non è pia illusione. Adda passa ‘a nuttata…”
BUONI
Hamsik 7 – Frenare gli entusiasmi please. La voglia di celebrare il ritorno in gloria di Marekiaro è tanta. La storia recente consiglia però prudenza, troppe volte s’era gridato al suo ritorno tra quelli ‘veri’, quelli che spostano equilibri e destini, per poi restare in braghe di tela. E allora, anche se la voglia è tanta, tiriamo il freno. Sarà che l’aria di casa l’ispira, ma certo che stavolta Marek è stato presenza vera: chiudeva e contrastava in mezzo al campo, stava da pascià tra le linee (sua antica, e che sembrava dimenticata, specialità), ispirava le ripartenze, andava a concludere, metteva persino la palla in porta segnando il gol che spaccava la partita approfittando della dormita di Pernis e risvegliando i troppi Belli Addormentati. Oddio, vuoi vedere che è davvero tornato? La speranza è tanta, ma chi s’azzarda a scommetterci? Noi certamente no.
Higuain 7 – Mette piede in campo, il tempo di stringersi le stringhe, dà un’occhiata al compariello suo di piedi buoni, (Hamsik ovvio), quello ricambia lo sguardo d’un centesimo di secondo (a chi sa basta poco, e che ce vo?) e zac, la tonda è in fondo al sacco, il posto suo. Giù il cappello, il maestro del gol (e non solo di quello) è lui.
Koulibaly 6,5 – Rivedere il watusso che continua sì a dominare le alte quote ma riesce persino a non buttare la palla in tribuna coi suoi ‘sapienti tocchi di fino’, è un bel guardare. Non era diventato un pigmeo scarso, buon per la difesa azzurra. Basta non chiedergli di usare il cesello, ha estremità troppo proletarie per farlo: non riesce neppure ad afferrarlo.
CATTIVI
Mertens 5.5 – In campo deve senz’altro andarci il fratello scarso del belga di fuoco che con le sue giocate accendeva la partita. Già da troppo tempo è così, anche stavolta. S’intravede a sprazzi, sprazzi che lasciano capire che non ha del tutto dimenticato come si gioca, meno male. Per questo ancor di più resti con le mani rosicchiate.
Rafael 5,5 – Tempi duri per i deboli di cuore. II ragazzotto brasiliano non è certo una pippa, purché non provi a uscire lontano dai suoi amati pali, dove dà la paga persino a Pepe Reina, a cui sulla panchina in quel di Monaco fischiano da matti le orecchie, per le volte che il San Paolo pensa a lui. Un’indimenticabile uscita da ammazzare chi soffre col muscolo cardiaco. Che resti in porta, please.
Ghoulam e Britos 5 – La censura colpisce la nostra pagella. Come mai? Perché, c’è bisogno di dirlo?”.