IL PERSONAGGIO – Walter Gargano, a volte ritornano!
Sarebbe dovuto essere l’ anno della consacrazione questo! A detta di tutti, e a rigor di logica, il secondo anno di Rafa Benitez sulla panchina azzurra, dopo le amnesie che avevano condizionato la stagione dell’ esordio, giustificate inizialmente in nome di una rivoluzione tecnica e tattica che richiedeva tempo per dar frutti, sarebbe dovuto coincidere con il compimento di un progetto che da 10 anni attendeva la realizzazione: pochi innesti mirati in fase di mercato volti a colmare le lacune ampiamente evidenziate durate la passata stagione … e il gioco era fatto. Sembrava semplice e scontato, ed effettivamente lo era, ma molti di noi non avevano fatto i conti con le esigenze e le mire societarie che non si identificavano, ahimè, con le fiduciose aspettative del popolo sportivo, quello partenopeo nella fattispecie, la cui passione viscerale, mortificata e offesa nel nome di bilanci e finanze … questioni di interesse puramente economico dunque, fa oggi i conti con una realtà avvilente legata a prestazioni e risultati negativi, frutto di strategie societarie e scelte tecnico-tattiche inopportune. Non bisognava essere un genio per comprendere che le cessioni di determinati giocatori, uno su tutti il top player Pepe Reina, leader in campo e nello spogliatoio, non rimpiazzati da atleti almeno di pari valore, avrebbero determinato una situazione catastrofica anche, e soprattutto, a livello psicologico. Ed eccoci infatti di fronte ad uno stato di cose non certo inimmaginabile anche se probabilmente più grave del previsto, a dover individuare tra le ceneri di una squadra ormai alle corde qualche elemento che meriti di essere evidenziato. E ci sembra doveroso a questo punto sottolineare, in mezzo a tanta negligenza e accidia, almeno l’ impegno del mediano uruguagio Walter Gargano … giocatore di cui la dirigenza azzurra si era privata già due anni fa attraverso la cessione in prestito prima all’ Inter e poi al Parma e che sembrava destinato anche quest’ anno ad abbracciare cause diverse da quella azzurra, ma trattenuto in extremis per colmare “in economia” quel vuoto lasciato nella già fragile e sguarnita zona nevralgica del campo soprattutto dalla cessione del valoroso Valon Behrami, il quale pur non brillando tecnicamente si è sempre rivelato un giocatore di sostanza ed era forse l’ unico centrocampista della rosa azzurra in grado di dar consistenza ad un reparto effimero. El mota, contestato dal tifo azzurro al suo rientro in squadra a causa delle parole d’ amore rivolte all’ Inter al momento del suo passaggio in nerazzurro, non è certo un top player e lo sa anche lui , ma si è sempre distinto per i suoi “polmoni”, per la grinta e l’ energia con cui affronta ogni tipo di gara … E’ l’ ultimo a mollare, anche se talvolta l’impetuosità con cui agisce lo induce a commettere errori soprattutto in fase di appoggio. Sembra un paradosso, è vero, ma il redivivo Gargano è ad oggi insieme a Mertens il giocatore che, tra precampionato, campionato ed impegni europei , sembra essersi maggiormente distinto per carattere e determinazione ed anche nella gara pareggiata in casa contro il Palermo, egli si è speso, nei limiti delle sue possibilità, dando tutto per la sua squadra e fornendo l’ assist a Callejon in occasione del momentaneo 3 – 2 del Napoli. Certo avremmo voluto meravigliarci dinanzi ai prodigi di top players come Mascherano o Sandro ma se ci ritroviamo invece ad elogiare il cuore di un ripescato Gargano non è certo colpa dell’ uruguagio, al contario! Al numero 77 azzurro, lanciato, come gli altri, nella mischia a combattere battaglie pressappoco disarmato, possiamo elargire soltanto elogi e applausi, visto che alla fine della fiera si è rivelato ad oggi il miglior acquisto azzurro del calciomercato estivo … E questo la dice lunga!
Tilde Schiavone