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OBIETTIVO NAPOLI – AZZURRI IN CRISI, URGE UNA SCOSSA

Benitez_DMF_6065 Napoli-Sparta Praga (18/9/2014) Foto Felice De MartinoIl pareggio interno contro il Palermo ha chiuso un trittico di partite di campionato da incubo per il Napoli. Dopo la vittoria, non proprio entusiasmante, della prima contro il Genoa, la squadra di Benitez non è riuscita a conquistare più di un punto contro avversari del livello di Chievo, Udinese e Palermo.
Un cammino disastroso questo degli azzurri, che fa seguito ad un’estate colma di polemiche, caratterizzata dal rifiuto di investire sul mercato da parte della società e dall’esclusione dalla Champions, culminata poi nelle polemiche nei confronti di un allenatore che, insieme alla squadra, sembra aver perso la fiducia dell’ambiente.
Obiettivamente questo Napoli di fiducia ne infonde davvero poca. La squadra appare slegata, poco determinata ed estremamente vulnerabile al cospetto di qualsiasi tipo di avversario.
La fase difensiva è quella che preoccupa di più. La retroguardia subisce troppo e dà costantemente l’impressione di poter capitolare in ogni situazione. Le palle inattive sono state finora la fonte principale di pericolo, ma anche nelle altre circostanze di gioco sembrano mancare i giusti automatismi. I quattro difensori sono spesso troppo soli, mal coperti dagli altri reparti. Ma non sono mancati gli errori dei singoli, soprattutto nell’attenzione e nel posizionamento.
Le cose non vanno particolarmente meglio nella fase offensiva. Se si esclude l’ultima gara contro il Palermo, il Napoli ha sempre faticato a proporre un gioco rapido e concreto. Troppo spesso la manovra è apparsa lenta e prevedibile, con l’evidente mancanza di un cambio di passo negli ultimi metri.
Al di là delle scelte di mercato che non hanno di certo favorito un miglioramento della squadra, è innegabile che le colpe del mister per l’atteggiamento e le lacune della sua formazione sono evidenti. Benitez sembra non riuscire a trovare i giusti rimedi a problemi che gli azzurri hanno manifestato già dall’anno scorso, ma che in questa stagione sembrano ingigantiti. Il mister spagnolo appare troppo immobile nel suo non riuscire a dare una scossa, sia psicologica sia tattica, alla sua squadra. Tutto appare uguale e immutabile in quel dogmatico 4-2-3-1, ad eccezione dei giocatori, alternati quasi vorticosamente in un turn-over studiato a tavolino, che però ha procurato più danni che altro.
Le ultime tre partite di campionato prese in esame hanno avuto tutti questi aspetti in comune, differenziandosi per pochi dettagli.
La sconfitta dell’esordio casalingo contro il Chievo è stato probabilmente il risultato più sorprendente e deludente di questo inizio di stagione. Eppure è stata quella la circostanza in cui il Napoli era parso più in grado di portare a casa il risultato, trovando però nella scarsa cattiveria in fase realizzativa un limite decisivo. Contro un avversario decisamente inferiore gli azzurri avrebbero dovuto imprimere un ritmo diverso alla gara, non affidandosi esclusivamente alla superiorità tecnica che, se non accompagnata dalla giusta determinazione, non è sufficiente a far vincere le partite. Anzi, le fa perdere, se poi la difesa si dimostra, come spesso accade, in vena di regali.
Peggiore è stata la prova della squadra sul campo dell’Udinese, in una partita caratterizzata da un turn-over suicida proposto da Benitez e da una manovra offensiva flebile e inconcludente. In quell’occasione è bastata la solita rete presa su palla inattiva, a regalare ai friulani un successo insperato.
Meglio in fase offensiva nel match contro il Palermo quando, grazie anche alla freschezza e alla voglia di un sorprendente Duvan Zapata e a qualche buona iniziativa di Hamsik e Callejòn, gli azzurri sono riusciti a trovare per ben tre volte la via della rete, dovendo però pagar dazio altrettante volte. Le belle giocate di Vazquez, Dybala e Belotti hanno messo per l’ennesima volta in mostra tutti gli affanni di una retroguardia da brividi e di una squadra in cui il solo encomiabile Gargano, uno di quelli che pareva in lista di sbarco in estate, sembra ormai capace di mettere l’anima in campo.
È evidente come questo, per il Napoli, sia uno dei momenti di crisi peggiori dell’era De Laurentiis. Difficile dire quali potrebbero essere i rimedi per migliorare la situazione attuale. La netta sensazione è che ci sia bisogno di una forte scossa per destare una squadra e un ambiente depresso. Vedremo se Benitez sarà capace di darla nelle prossime settimane, oppure se la scossa dovrà riguardare proprio lui…

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