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Sottil: “Quando le partite sollevano problemi, bisogna lavorare sia sul campo che sulla testa dei giocatori”

L’ex allenatore di Cuneo, Siracusa e Gubbio ed ex calciatore di Udinese, Atalanta e Catania Andrea Sottil, ha gentilmente concesso un’intervista in esclusiva alla redazione di NapoliSoccer.net. Con Sottil abbiamo parlato della partita di domenica scorsa, che ha visto il Napoli contrapposto e sconfitto proprio dalla sua ex squadra bianconera. Infine, il mister ci ha mostrato una piccola lezione di tattica su come una squadra, cosiddetta grande, dovrebbe fare la partita, cercando di allargare gli spazi per scardinare la difesa di una squadra considerata piccola. Di seguito l’intervista completa.

Mister, ringraziandola per la disponibilità, le porgo la prima domanda: ci fa un commento sulla partita Udinese-Napoli di domenica scorsa?
“Onestamente ho visto solo la parte finale della partita. Nonostante ciò ti posso dire che il Napoli – esordisce Sottil in esclusiva ai microfoni di Napolisoccer.net – è stato costruito per tentare di vincere lo scudetto, ma questa partenza non è assolutamente consona alle ambizioni della piazza. E’ difficile parlare di alcune situazioni non conoscendo determinate dinamiche che accadono all’interno dello spogliatoio, ma dando una lettura approssimata, da persona ignorante di alcuni fatti e che analizza la situazione dall’esterno, vedo che manca un po’ di compattezza ed entusiasmo, che l’anno scorso ha caratterizzato in positivo la stagione del Napoli. Guardando i vari finali di partita del Napoli vedo molta approssimazione, si cercano giocate dei singoli senza grande organizzazione collettiva”.

Come può una grande squadra come il Napoli scardinare la difesa di una piccola come Udinese e Chievo?
“Il Napoli è una grande squadra e con Juventus, Roma, Milan, Inter e Fiorentina fa parte delle cinque big italiane ed in quanto tale è sempre chiamata a fare la partita. Poi tocca a Benitez decidere di gara in gara con quale atteggiamento giocare. E’ chiaro che contro la Juventus e la Roma si farà una partita chiusa di attesa e di contrattacco, mente contro le cosiddette piccole è il Napoli a dover fare la partita. Purtroppo in Italia quando devi fare la partita di solito ti ritrovi con ben 11 giocatori sotto la linea della palla e vai in difficoltà a trovare gli spazi. Per avere la profondità giusta e azionare i contropiedisti azzurri bisogna far girare rapidamente la palla da una parte all’altra del campo, avendo una velocità di giro palla elevata con continui cambi di gioco. Il Napoli  – prosegue Sottil in esclusiva ai microfoni di Napolisoccer.net – gode di giocatori che danno molta spinta sugli esterni, perciò, quando trovi le squadre chiuse dal basso, devi muovere velocemente la palla o saltando l’avversario oppure facendo dei cambi di gioco rapidi. Nel momento in cui si salta l’uomo si favoriscono o le sovrapposizioni degli esterni, i quali andando sul fondo posso crossare al centro verso i giocatori che si sono inseriti in area di rigore, oppure il portatore di palla può accentrarsi e tirare. Per fare ciò devi avere calma, pazienza e personalità. Quando sei costretto a fare la partita devi avere sempre la parità numerica dietro e accettare dei duelli di uno contro uno anche in fase passiva. Le grandi squadre fanno questo tipo di gioco. Il Napoli non ha problemi d’attacco, ma ha ancora delle gravi disattenzioni difensive, che già erano presenti nella passata stagione. Una squadra che punta a certi obiettivi non può e non deve prendere gol in quella maniera. Se davvero il Napoli deve competere con Juventus e Roma, due squadre che hanno una solidità difensiva tale da consentirgli di non aver ancora preso un gol in questa stagione, non può permettersi di prendere gol come quelli presi contro Chievo ed Udinese”.

Come si risolvono questi problemi difensivi?
“Non voglio fare il professore, Benitez è un allenatore di livello che sa come risolvere questi problemi, ma da ex giocatore ti dico che si deve lavorare sia sulla testa che sul campo. Si deve lavorare sulla serenità e sulla lucidità dei giocatori, quando mancano queste due cose vedi dei giocatori con una certa esperienza commettere errori grossolani. Quando il campo evidenzia determinati problemi di una squadra bisogna andare a lavorare in maniera specifica sul campo, e poi sulla testa dei giocatori. Così facevano tanti allenatori con cui ho avuto il piacere di confrontarmi nella mia vita calcistica, così faccio io nel mio piccolo. I problemi li risolvi parlando, facendo delle continue riunioni, e confrontandoti con i diretti interessati: tutti insieme si cerca di lavorare per risolvere queste problematiche. Così si acquisisce una certa armonia e serenità, che dovrà poi avere riscontro in campo. Se uno va in campo con una certa serenità  – sostiene Sottil in esclusiva ai microfoni di Napolisoccer.net –  determinati errori non verranno più commessi. Io ho fatto il difensore e ti dico che il difensore è il ruolo più difficile che c’è nel calcio perché deve fare delle valutazioni in pochissimo tempo e, se sbaglia la scelta, è fregato. E poi, dal momento in cui tra l’attaccante avversario e la porta si frappone solo il portiere, ci sono poche possibilità che un centravanti di Serie A sbagli.”

Quinta partita in dieci giorni. Tutte queste partite giocate in così poco tempo sono più difficili da gestire per il tecnico o per i giocatori?
“E’ più difficile per un allenatore; poiché un giocatore, che fa il proprio mestiere con passione e professionalità vorrebbe sempre giocare, anche quando non si sente nel pieno della forma. L’allenatore deve gestire tante competizioni e deve centellinare le energie dei giocatori per farli recuperare dagli sforzi nel minor tempo possibile. La difficoltà del recupero non è tanto a livello fisico, ma a livello mentale. Nel corso di una partita le energie nervose sono determinanti. A mio avviso giocando tre partite in una settimana l’aspetto fisico conto solo sulla terza; poiché al mercoledì hai ancora tanta birra in corpo ed un giocatore allenato in quarantotto ore recupera. Un allenatore deve gestire il recupero dei giocatori, applicare il turn over, far fronte ad alcune emergenze e a tanti altri cavilli che non sto qui a spiegare”.

Mister, ultima domanda: cosa c’è nel suo futuro?
“Ho avuto dei contatti con qualche club, ma le trattative non sono andate in porto un po’ per volontà mia, un po’ per volontà altrui. In questo periodo sto girando un po’ su tutti i campi per aggiornarmi in attesa di una chiamata, che al momento non arriva. Spero di trovare una piazza dove posso fare calcio come si deve. Purtroppo ila vita degli allenatori disoccupati 
 – conclude Sottil in esclusiva ai microfoni di Napolisoccer.net – è quella di stare alla finestra e gufare qualche collega. Io ho tanta voglia di tornare in piazza e mettermi in gioco per ricominciare”.

Fonte: NapoliSoccer.NET

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