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Juventus, Marotta gongola: “Allegri ha grandi meriti, anche lui è un vincente”

ROMA – E’ cambiato il timoniere, ma la nave bianconera veleggia sempre davanti a tutti. Dopo tre giornate del massimo campionato in cima alla classifica ci sono infatti Juve e Roma, le stesse protagoniste del testa a testa della passata stagione, che finì per premiare la Vecchia Signora, per il tris tricolore firmato dalla squadra guidata da Antonio Conte, che in estate poi ha lasciato Torino e ha assunto l’incarico di ct della Nazionale.

MAROTTA: “ALLEGRI E’ UN VINCENTE E HA GRANDI MERITI” – “Lo scetticismo all’inizio era molto diffuso e anche giustamente. Dopo aver cambiato un allenatore che ha vinto tre scudetti di fila con tanto di record, il contraccolpo poteva essere negativo perche’ l’allenatore è il leader di un gruppo, ma credo anche che dietro l’allenatore e la squadra debba esserci una forte società che ha il diritto di supportare il ruolo del tecnico – sottolinea l’ad della Juventus, Beppe Marotta, ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno -. Bisogna dare grandi meriti ad Allegri, che non era uno sconosciuto ma aveva fatto bene al Milan, vincendo lo scudetto al primo anno, e nelle sue esperienze precedenti. E’ un vincente, quando gli abbiamo dato la squadra lo abbiamo fatto con grande responsabilità, sapendo che aveva le competenze per allenare la Juventus. Duello Juve-Roma? Le indicazioni di questo inizio di campionato dicono questo. L’aver totalizzato 9 punti in 3 partite dice che sono squadre di alto livello e che saranno serie candidate alla vittoria dello scudetto”.

“CONTENTI DI QUESTO GRUPPO, TANTA FIDUCIA IN MORATA” – Quindi l’analisi del dirigente bianconero si sofferma proprio sui campioni d’Italia. “Siamo contenti del gruppo a disposizione di Allegri: siamo estremamente competitivi in Italia e anche in Europa, laddove pero’ ci sono corazzate di spessore maggiore rispetto a noi, ce la dobbiamo giocare con maggiore convinzione”, spiega Marotta parlando poi di Alvaro Morata, preso in estate dal Real Madrid per 18 milioni di euro. “Nel corso del primo allenamento ha subito un infortunio preoccupante, tanto da star fuori per circa un mese, ha ripreso da poco, contiamo molto su di lui ma la concorrenze e’ davvero alta. Ci sono lui, Llorente, Tevez, Giovinco, Coman… Avrà comunque modo di far valere la sua caratura calcistica, abbiamo riposto tanta fiducia nei suoi confronti”. Quanto al reparto arretrato, ha spiegato, “tutto è perfezionabile, ma fino a oggi la difesa è ancora imbattuta. Stiamo rispettando le aspettative, la speranza è che non ci siano troppi infortuni. E poi penso a Barzagli, che ancora non ha giocato neppure un minito. Marchisio? E’ un prodotto del vivaio e ha juventinità pronunciata, mentre per quanto riguarda i giovani come Berardi a Zaza, le scelte tengono conto di vari aspetti, sia del bilancio che del modello tecnico. Nella fattispecie oggi – ha proseguito Marotta – abbiamo in attacco accanto a due come Llorente e Tevez, un giocatore altrettanto esperto come Giovinco e poi ci siamo affidati a due giovani come Coman e Morata. Non ci sarebbe stato spazio per tutti”.

“BALOTELLI? NON E’ MAI STATO NOSTRO OBIETTIVO” – Quanto a Ciro Immobile, “il discorso è completamente diverso. Era in compartecipazione con il Torino, ha esplicitamente manifestato la voglia di andare al Borussia Dortmund. Non è stato un elemento predominante ma ci sono degli elementi di bilancio che fanno prendere una scelta piuttosto che un’altra. Per un Immobile che va c’è però un Morata che arriva, sono scelte rischiose e chi vince ha sempre ragione”, ha quindi ribadito Marotta, assicurando che “Mario Balotelli non è mai stato un obiettivo nostro e non lo abbiamo mai trattato”. “La Juventus ha di nuovo grande appeal – ha aggiunto -. Devo dire che il primo anno alcuni non volevano venire, penso a Di Natale, che ci disse di no, adesso invece tanti grandi campioni non dico che ci chiamino ma di sicuro vorrebbero giocare con noi”.

“MEGLIO VINCERE CHAMPIONS CHE 4° SCUDETTO DI FILA” – Poi un desiderio, in risposta a una precisa domanda: “Se dovessi scegliere tra il quarto scudetto di fila e la Champions League direi la Champions, che è qualcosa di così straordinario che rincorrerei volentieri”, le parole di Marotta, ai microfoni Rai. “Ma se potessi – ha precisato – sceglierei entrambi”. Marotta interviene poi sulle future riforme nel calcio: ”Si è parlato molto di spartizione risorse, ma poco di politica calcistica. Una delle riforme più importanti riguarda la formazione delle seconde squadre, sono importanti perché noi abbiamo la bellezza di 65 tesserati e quindi con la seconda squadra potrebbero crescere con la metodologia della prima squadra e vere più opportunità”.

“LOTITO? PERICOLOSO ACCENTRARE POTERE SU UNA PERSONA” – A proposito di riforme del calcio il dirigente bianconero torna sulle sue critiche al ruolo del presidente della Lazio all’interno della Federcalcio. Lotito aveva replicato con un ‘Marotta? A me interessa quel che dice Agnelli’. ”Non voglio entrare nei personalismi perché Lotito può dire quello che vuole: io rimango del mio pensiero, può dare delle risposte personali e non mi offendo di certo. Di sicuro posso dire che la mia affermazione relativa a Lotito è che ritenevo pericoloso accentrare un potere su una persona sola – ha ribadito oggi l’ad della Juve – credo che ci sia la possibilità di crescere attraverso il coinvolgimento di tutte le componenti e nelle componenti ci sono fior di dirigenti e fior di presidenti che possono avere un ruolo importante”.

“SERVE RECULTARE BAMBINI, CON PERCORSO SCOLASTICO AFFIANCATO” – “Troppi stranieri nel nostro calcio? Ci sono stati quelli di grande valore nel passato, penso a Maradona, Falcao, Platini, ma accanto a loro c’erano anche Maldini, Baresi e Baggio. In questo momento in Italia si è persa la qualità, i talenti, i campioni. Manca anche la formazione di allenatori che possono essere all’altezza dei ruoli, così i ragazzini si stanno dedicando ad altre attività. Serve un’attività di reclutamento per portare i bambini all’attività calcistica, con un percorso scolastico affiancato”. Ci si rivolge all’estero anche per un problema di costi: “Purtroppo le grandi difficoltà economiche del nostro calcio professionistico portano le squadre di Lega Pro e B a chiedere cifre spropositate per giocatori che non sono certezze e quindi – ha concluso Marotta – costringono a rivolgerci all’estero dove magari i costi sono inferiori”.

Fonte: Repubblica

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