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Napoli senza alibi, tutti sotto processo

Il San Paolo non ha salvato nessuno, stavolta. Tutti insieme sull’affollato banco degli imputati: De Laurentiis, Benitez e i giocatori, ma nessuno di loro, paradossalmente, dà l’impressione di sentirsi nei guai. Il Napoli va avanti per la sua strada, incurante di critiche e sconfitte, archiviate di volta in volta con una giustificazione diversa. In Champions League, al di là del valore degli avversari, c’era stato il comodo alibi della condizione fisica: l’Athletic Bilbao era molto più in forma e gli azzurri se ne fecero una ragione, sentendosi penalizzati dal rientro in ritardo dei reduci dal Mondiale. La sirena d’allarme non è suonata però nemmeno dopo il suicidio contro il Chievo: di caratura inferiore e in rodaggio, dopo aver rivoluzionato il suo organico con 15 innesti sul mercato. Higuain e compagni avrebbero dovuto farne un solo boccone, magari divertendosi un po’. È andata invece a finire in tutt’altro modo e pure in questo caso niente autocritica: solo altre scuse, dalla malasorte all’inutile record dei 33 tiri, come se non fosse un film identico a quello già visto nella scorsa stagione. La crisi del Napoli rischia di essere sottovalutata. E il tempo passa senza che nessuno stia correndo ai ripari. De Laurentis ha perso il suo treno sul mercato e non potrà intervenire fino a gennaio, dopo gli errori estivi. Benitez è arroccato sulle sue scelte e non le cambierà: modulo, titolari, perfino le stesse sostituzioni. Restano i giocatori: gli unici che possano davvero invertire la tendenza, mettendoci più grinta e voglia di vincere. Non c’è altra strada, fin dalla sfida europea di dopodomani con lo Sparta Praga. Che in questo clima è un’altra finale, non una amichevole.

La Repubblica

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