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Nuovi scenari emergono dalle indagini sulla morte di Ciro Esposito

«Le indagini sull’omicidio di Ciro Esposito non sono chiuse. Tanto più oggi, alla luce del nuovo video che ripropone i fotogrammi successivi all’aggressione di Tor di Quinto. Video che peraltro non mi è ancora arrivato e che fino ad ora ho potuto vedere solo su internet». È chiarissimo Eugenio Albamonte: il pubblico ministero romano che insieme con il collega Antonino Di Maio è titolare del fascicolo d’inchiesta sull’aggressione che portò alla morte di Ciro Esposito non esclude nuovi sviluppi alla luce dell’esame dei fotogrammi diffusi in esclusiva due giorni fa dal «Mattino Tv»: riprese amatoriali registrate dal telefonino di un tifoso che si trovava a bordo di un autobus che transitava nei pressi del circolo culturale «Ciak» proprio nel momento dell’aggressione. Appena riusciranno ad arrivare in Procura quelle immagini saranno passate al setaccio dagli inquirenti capitolini, assistiti dalla Digos e dagli esperti della Polizia Scientifica. «Perché c’è da approfondire molto. Di più non posso dire, se non che c’è ancora molto da valutare». Un fatto appare chiaro: ipotizzare i tempi di chiusura delle indagini preliminari che vedono al momento sette persone iscritte nel registro degli indagati nella tragedia del 3 maggio scorso nel prepartita della finale di Coppa Italia a Roma tra Fiorentina e Napoli è oggi ancora più difficile. E non esita ad ammetterlo il pubblico ministero: «Perchè con questo continuo venir fuori di nuove immagini noi abbiamo il dovere di prendere in considerazione ogni fonte di prova». Ma torniamo alle indagini. Dicevamo dei sette indagati: Daniele De Santis, agli arresti ancora in un ospedale della Capitale, piantonato da due agenti; altri quattro ultrà giallorossi che si trovavano con “Gastone” durante l’assalto a un pullman di tifosi azzurri diretto all’Olimpico; e due tifosi napoletani: Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito. Ai primi cinque viene contestato il reato di omicidio volontario; agli ultimi due la rissa. Accuse ancora tutte da dimostrare, ovviamente. La posizione sicuramente più gravata resta quella di De Santis.

Il Mattino

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