Ma no, non sarà una tragedia, perché non ci si perde dentro un sostantivo seriamente impegnativo, però quel manto di malinconia che cosparge Napoli è un peso complicato da reggere: si chiamano pressioni (ambientali), si chiama delusione (collettiva), si avverte il senso incompiuto di un’idea di calcio che andava completata prima di ritrovarsi in quel gorgo d’avvilimento che è nella faccia di Benitez, nelle sue certezze lasciate vacillare da un’estate vuota come il mercato o come il San Mamés o come il futuro senza la Champions e con un organico nel quale ora verrà a mancare anche Ghoulam, uscito con un braccio fratturato.
Benitez, che voto si dà?
«Qui non si possono fare le pagelle, ma si devono fare valutazioni generali: quando si perde, le responsabilità sono di tutti, dunque anche le mie. Ed ora è chiaro che il dispiacere è forte per chiunque, anche per me, e che val la pena riflettere e farlo in maniera serena».
Come si sente, ora?
«Arrabbiato. Perché non abbiamo fatto bene, perché non abbiamo gestito la partita come dovevamo quando l’avevamo in mano. Abbiamo subito due gol in pochissimi minuti, commettendo degli errori incredibili. Non è sul concetto di squadra che posso soffermarmi, se ci scappa una disattenzione del singolo. Però mi tocca capire per poter intervenire».
L’hanno tradita in parecchi.
«Abbiamo pagato i nostri errori e non ci sono stati tradimenti. So com’è il calcio e so bene che in una gara ci sono dettagli positivi ed altri negativi: a noi sono stati fatali questi ultimi e proprio quando sembrava fossimo nella condizione di poter ottenere ciò che volevamo. Ma gli svarioni fanno parte di una partita: avevamo lavorato sui calci piazzati in settimana ed invece…».
Adesso diventa più complicato.
«Però si continua a lavorare e domenica comincerà il campionato. Penso che il Napoli non esca ridimensionato da quest’epilogo, perché sapevamo sin dal giorno del sorteggio che sarebbe stata dura. E’ chiaro che l’eliminazione fa male, ma il rischio esisteva e alcuni particolari ci sono stati sfavorevoli. Ma l’Athletico Bilbao ha confermato di essere forte».
Il mercato senza illuminanti innesti e una difficoltà ad essere squadra come in passato: quale delle due cause ha inciso maggiormente?
«E’ il contesto che ha avuto un peso: noi abbiamo un organico nel quale ci sono moltissimi calciatori reduci dal Mondiale, questo va considerato. E l’Athletic invece ha avuto la possibilità di lavorare sul gruppo, di costruirsi con tutti i calciatori a disposizione. Ma queste sono considerazioni, non stiamo cercando alibi».
Quale appunto muoverebbe al Napoli?
«Bisogna avere esperienza nel gestire le partite, soprattutto dopo che si è riusciti a fare gol. E noi eravamo stati capaci di passare in vantaggio. Poi è successo tutto in così poco tempo e in una manciata di minuti abbiamo rovinato tutto. E’ andata male e non possiamo essere soddisfatti, ma dobbiamo ritrovare le energie per rialzarci. Il dispiacere è di tutti, anche il nostro ovviamente».
De Laurentiis s’è fermato a lungo negli spogliatoi…
«Viveva le nostre stesse sensazioni, i nostri sentimenti».
Higuain è apparso nervoso alla fine….
«Lo siamo tutti, perché siamo usciti dalla Champions. Ma adesso dobbiamo pensare al Genoa».
Corriere dello Sport