OBIETTIVO NAPOLIRUBRICHE

OBIETTIVO NAPOLI – GARA NON PREPARATA BENE, RADDRIZZATA IN PARTE DAL CUORE E DALLE SOLITE INDIVIDUALITA’

Benitez_Pecchia_DMF_3286  Foto De Martino Napoli-Paok Salonicco (2/8/2014)Risultato negativo per il Napoli che con l’1-1 tra le proprie mura mette a serio rischio la qualificazione ai gironi di Champions, in vista dell’ostica gara di ritorno al San Mames.
Stasera gli azzurri hanno giocato una partita non all’altezza delle alternative, caratterizzata da un primo tempo di grandi difficoltà atletiche e tattiche, in cui i baschi hanno mostrato di saper stare meglio in campo e di avere un’aggressività di gran lunga superiore, mentre nella ripresa i partenopei, soprattutto nella seconda fase, sono riusciti a mettere maggiormente in difficoltà gli avversari sulla scia dell’emotività e trascinati dalle solite individualità.
Benitez stasera ha mandato in campo una squadra non pronta per l’importante impegno. Il ritardo di condizione è stato evidente nella prima fase di gara e anche dal punto di vista tattico tante cose non sono piaciute. In primis la già evidenziata difficoltà ad attaccare contro una difesa schierata. La manovra del Napoli è iniziata spesso lentamente e difficilmente ha trovato gli sbocchi adatti contro un Athletic che non concedeva molti spazi alle ripartenze che rimangono l’arma principale degli azzurri. Inoltre è mancata anche l’attenzione difensiva mostrata nel corso delle amichevoli precampionato. La squadra è rimasta per gran parte del tempo sfilacciata e mal collegata. I centrali (evidente l’involuzione di Koulibaly) sono andati spesso in difficoltà contro i movimenti in profondità degli avversari. Male anche la gestione delle fasce è stata deficitaria, soprattutto a sinistra, dove è risultato a tratti disastroso il tandem Britos-Insigne, con quest’ultimo autore di una partita spesa a passare palla agli avversari e uscito tra fischi che fanno male anche perché sanciscono l’involuzione di un talento che non è riuscito a sbocciare come si sperava, anche a causa dell’eccessivo lavoro a cui è costretto da Benitez. A tal proposito, il tecnico spagnolo ha denunciato anche stasera il limite di voler ricercare l’equilibrio non tramite un disegno tattico corale, ma posizionando giocatori fuori posizione cercando così di tappare gli eventuali buchi. Nascono da questo le difficoltà di Insigne a fare l’esterno a tutta fascia e di Britos a fare il terzino, quando basterebbe schierare i giocatori nei propri ruoli ed adottare un sistema di gioco più congeniale alle caratteristiche dei singoli. Con un 4-3-3, per fare un esempio, la copertura sulle fasce potrebbe essere data anche dagli interni di centrocampo, cosicché si potrebbero schierare senza problemi terzini di ruolo come Ghoulam e Zuniga (a proposito, che fine ha fatto il Colombiano? Un altro epurato dalla reggenza spagnola?) e gli attaccanti laterali potrebbero fare il loro ruolo senza preoccuparsi di inventarsi esterni bassi.
Tornando alla gara di stasera, va comunque sottolineata la buona prova di Jorginho in cabina di regia e Gargano al suo fianco. L’uruguagio è risultato alla fine il migliore in campo grazie alla sua carica agonistica, guadagnandosi anche gli applausi di un San Paolo che fino a stasera gli era stato ostile. Sufficiente il Pipita, se non altro per il gran gol, male Callejòn, Hamsik non esaltante. Sontuosa invece, come al solito, la frazione di gara di Mertens, che da quando è sceso in campo (sempre troppo tardi) ha cambiato le sorti del match. Le sue giocate, insieme alla perla di Higuaìn, hanno propiziato il buon finale, regalando alla squadra napoletana il pareggio e altre occasioni per ribaltare il risultato. L’eventuale vittoria sarebbe stata comunque frutto del cuore della squadra e del talento delle individualità, non certo di un disegno tattico portato a buon fine. Forse sarebbe bene ragionare sul fatto che se il Napoli non ha la possibilità (per alcuni la voglia) di investire su grandi talenti senza prima cederne altri, l’allenatore dovrebbe essere bravo a costruire una squadra più umile, traendo il massimo dagli uomini a disposizione. Cercare di snaturare le caratteristiche dei propri elementi, inseguire inutilmente solo nomi ad effetto sul mercato, e sacrificare buoni giocatori sull’altare di un sistema di gioco non sempre fruttuoso, sembra un po’ controproducente in questo momento storico del Calcio Napoli.

Eduardo Letizia

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui