La prima «gatta da pelare» (evocata ieri da Galliani) per Tavecchio sarà la nomina del nuovo c.t. I tempi sono strettissimi: il primo settembre l’Italia si raduna a Coverciano, il 4 settembre gioca in amichevole a Bari contro l’Olanda e il 9 debutterà a Oslo contro la Norvegia nelle qualificazioni agli Europei del 2016. Il neo-presidente federale è stato chiaro: «Non ho avuto nessun contatto con possibili candidati al ruolo di selezionatore della nazionale, mi metterò subito al lavoro».
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Preso atto della piccola (ma lecita) bugia, oggi la prima telefonata in quest’ottica sarà fatta ad Antonio Conte. E’ un atto dovuto visto che il tecnico che ha vinto gli ultimi tre scudetti in Italia è libero da impegni lavorativi (e gode della benedizione di Galliani e Lotito). Tavecchio è inoltre consapevole che presentarsi ai media con l’ex allenatore della Juventus rappresenterebbe non uno ma un triplo passo per riconquistare la fiducia dell’opinione pubblica, dopo lo scivolone legato alla stonata dichiarazione su Optì Pobà. Per convincerlo non potrà far leva sui soldi: alla Juventus Conte guadagnava 3,8 milioni a stagione. In questo caso gliene saranno offerti 1,7 all’anno oltre qualche bonus legato alle vittorie. A meno che qualche sponsor non contribuisca ad alzare la soglia venendo così incontro alle richieste del tecnico. Come prevede il programma presentato nei giorni scorsi, a Conte (o chi per lui) verrà offerto anche il coordinamento di tutte le nazionali. Se l’ex allenatore della Juventus preferirà invece aspettare la prima big europea in difficoltà, come pare possibile, difficile che possa arrivare Mancini. Il tentativo verrà fatto anche perché l’ex Manchester City come physique du rôle sarebbe perfetto: immagine internazionale e soprattutto vincente. Il problema è che Mancini di essere l’espressione del trio Tavecchio-Galliani-Lotito non sembra essere allettato. Servirebbe (eventualmente) un’opera di persuasione targata Malagò che al momento vuole rimanere fuori dalla questione.
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A questo punto (a meno di sorprese) rimangono due candidature: Zaccheroni e Guidolin ai quali potrebbe essere affiancato Cabrini quasi a voler replicare il duo Bernardini-Bearzot con cui l’Italia ripartì nella seconda metà degli anni ‘70. Tra i due, Tavecchio preferisce Guidolin che corrisponde all’identikit tracciato il 30 giugno: «Come immagino il nuovo c.t.? Come una persona che sappia lavorare con i giovani e sappia valorizzarli». Compito che Guidolin ha svolto in 30 anni di attività raggiungendo inoltre la qualificazione ai preliminari di Champions per due anni con l’Udinese e conseguito una semifinale europea quando guidava il Vicenza, non il Real Madrid. In cuor suo si è sempre lamentato di non avere avuto una grande chance. Alla soglia dei 59 anni, Conte permettendo, potrebbe essere la volta buona.
fonte – il mattino