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Insidia San Mames. Il presidente Urrutia: “Preferisco sempre giocarmi la partita decisiva in casa. Non abbiamo paura di nessuno”

Orgogliosi, compatti e ben organizzati in campo. Non si può dire che l’urna di Nyon sia stata benevola con il Napoli, frapponendogli davanti alla porta che apre alla suggestiva fase a gironi di Champions League l’agguerrito Athletic Bilbao di Ernesto Valverde. Dopo lo strameritato quarto posto della scorsa temporada, terminato alle spalle delle supercorazzate Atletico Madrid, Barcellona e Real, i leoni baschi si ripresentano con una squadra praticamente immutata rispetto alla passata stagione e con la consapevolezza di potersi giocare la sfida di ritorno del 27 agosto nell’inespugnabile catino del nuovo San Mamés, reso, se possibile, ancor più incandescente dall’ingresso gratuito concesso per l’occasione ai 44 mila soci biancorossi.

AUTARCHIA. La storia parla di 8 Scudetti, 23 Coppe del Re e di una Supercoppa di Spagna oltre che dell’orgoglio, condiviso solo con Real e Barça, di non aver mai conosciuto l’onta della retrocessione in Segunda División. Tutt’altro che malvagio anche il passato più recente, che racconta di un quarto posto liguero, ottenuto agli ordini del degno erede di Marcelo Bielsa, Ernesto Valverde, che ha restituito autostima e motivazioni a una squadra che pareva allo sbando dopo il tempestoso passaggio del Loco argentino per il País Vasco. Un cammino regolare, che ha visto l’autarchico manipolo basco procedere a ritmo fermo e cadenzato, fin dal girone d’andata, terminato con una lusinghiera quarta posizione poi confermata al termine del torneo. Un mezzo miracolo per una società rimasta attanagliata, lungo tutti i suoi 116 anni di storia, alla tradizione di puntare tutto sui talenti locali, come conferma la presenza dell’unico straniero Aymeric Laporte, nato comunque nella vicina Aquitania, e che a vent’anni appena compiuti può già vantare un buon lustro sui prati d’allenamento di Lezama, dove si sono formati, per citare solo un paio di nomi, i vari Fernando Llorente, Javi Mártinez e Ander Herrera, passato in estate al Manchester United per la bellezza di 36 milioni di euro.

ALLA PARI. Proprio Herrera rappresenta l’unica operazione in uscita significativa nel corso del mercato estivo per i leoni baschi, che si ripresentano alla prima, fondamentale partita ufficiale della stagione con una formazione pressoché identica rispetto all’anno scorso e con la fiducia di potersela giocare alla pari con il temuto Napoli di Rafa Benítez, come confermato dal vulcanico presidente Josu Urrutia. «Ce la vedremo con un avversario che ha recuperato l’essenza del suo passato e che può contare su giocatori di assoluto livello, ma non abbiamo paura di nessuno». A incoraggiare il numero uno dell’Athletic, la possibilità di disputare il ritorno nella nuova Catedral bilbaina, dimostratasi pressoché inespugnabile fin dall’apertura, avvenuta al principio della scorsa stagione, e rimasta inviolata fino a fine gennaio scorso, quando l’Atletico Madrid di Simeone riuscì ad avere la meglio sui padroni di casa in Coppa del Re. «Preferisco sempre giocarmi la partita decisiva a Bilbao» , la considerazione del numero uno basco, «anche se ovviamente non è garanzia di nulla». Per rendere ancor più caliente l’atmosfera, cancelli aperti per i 44mila soci, che non pagheranno nulla per occupare uno dei 53mila nuovi posti di cui dispone il nuovo San Mamés. «Stiamo pensando anche a un allenamento a porte aperte, per offrire ai tifosi la possibilità di familiarizzare con la nuova posizione dei posti a sedere, che sono stati riubicati quest’estate» . Non si trascura nessun dettaglio. Per il Napoli sarà dura.

Corriere dello Sport

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