INTERVISTE

Rafael, fede e parate: «Gesù è la mia forza, Napoli fidati di me»

Batte veloce il polso di Rafael Cabral Barbosa: è lui il numero 1, il portiere titolare del Napoli alla «tenera età» di 24 anni. Le voci sull’arrivo di Diego Lopez dal Real Madrid, dopo il ritorno di Pepe Reina al Liverpool, si sono dissolte in fretta. Perché il brasiliano non può più aspettare e le sue mani non sono mai state di burro: «Avrò una grande responsabilità, ma non ho paura e il Napoli non ha bisogno di altri portieri».

L’operazione al ginocchio è un lontano ricordo?
«Sto benissimo, non avverto più dolori. Grazie a Dio mi sento più forte di prima. Voglio ringraziare lo staff medico del Santos e del Napoli. Ho lavorato sodo in questi mesi, sono al 100%».
Che cosa le lascia in eredità Reina?
«È un maestro, ci siamo sentiti anche quando ero in Brasile. Ha guadagnato un tifoso».
Un derby interno Brasile-Argentina con Andujar in prospettiva?
«Sia io che lui siamo qui per il bene della squadra. Che è la cosa più importante».
Nelle 11 gare giocate da lei la scorsa stagione, il Napoli non ha mai perso.
«E spero che continui così a lungo quest’anno. Lavorando e parlando poco. Sono pronto. A cominciare dal preliminare di Champions League».
Lei non ha avuto una vita facile.
«Ho perso la mamma a 13 anni, sono cresciuto in fretta. I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici. Mia mamma mi mandò a giocare a patto che studiassi. Ho mantenuto la promessa».
Ha subìto gravi infortuni: com’è riuscito a riemergere?
«Grazie a Gesù, che mi ha dato la forza. Già al Santos in prima squadra, a 16 anni, in allenamento un compagno di squadra mi ruppe una gamba. Ma furono i mesi più belli della mia vita, perché in quell’occasione conobbi la fede. Gli infortuni contro lo Swansea e quello al gomito del 2010, che mi fece saltare l’Olimpiade, li ho superati così. Pregando».
Se si parla di Brasile, che cosa le viene subito in mente, a parte il doloroso 7-1 con la Germania al Mondiale?
«Penso a ciò che vissuto con la Seleçao. Ho giocato 4 gare, mi manca. Menezes mi convocava, con Scolari non sono più andato. Non conosco Dunga, ma aspetto la chiamata».
Il Brasile è arrabbiato con Zuniga per il fallo a Neymar.
«Sono affezionato al mio amico, abbiamo giocato nel Santos. Ma Camilo non voleva fargli male».
Reina ha parato la scorsa annata un penalty a Balotelli. Lei è un pararigori: a chi vorrebbe procurare un dispiacere?
«Non so a chi, ma cercherò di pararne il più possibile».
Vincere lo scudetto: De Laurentiis è stato chiaro.
«Ho tanti sogni: spero di puntare allo scudetto, di rivincere la Coppa Italia, di fare bene in Champions League e di tornare in nazionale, ma intanto devo lavorare molto».

La Gazzetta dello Sport

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