In campo, il Napoli suda le sue prime fatiche, mentre a bordo campo, per tutto il tempo, il ds Bigon parla al telefonino a ripetizione osservando l’allenamento con distacco. Ecco l’unico nuovo, Koulibaly, con cui Rafa Benitez cappellino azzurro di ordinanza, tenuta ginnica da perfetto professore e scarpette coi tacchetti si sofferma nel finale della (breve) prima seduta pomeridiana. «Rieccoci qui. Proviamo le stesse sensazioni che abbiamo provato precisamente dodici mesi fa. Lo stesso affetto, l’appoggio incondizionato dei nostri tifosi, un paesaggio assolutamente spettacolare, buoni presupposti per svolgere un ottimo lavoro… E molta, moltissima voglia e tanto entusiasmo al cospetto di questa nuova stagione che si avvicina e in cui depositiamo le nostre speranze», prova a buttarla lì un Rafone convinto di poter puntare sempre più in alto. «Come sempre, poco a poco, passo dopo passo, senza fretta ma senza pausa», conclude nel suo saluto al popolo azzurro attraverso il suo blog. Rafa Benitez appare molto soddisfatto del pianeta Dimaro. Lo spagnolo ha impostato il lavoro con il suo staff nei giorni scorsi. Nessuna novità a livello di allenamenti, se non la scelta di annaffiare il terreno di gioco. Lo scorso anno aveva stupito tutti lavorando con il pallone sin dal primo giorno. Ebbene, quest’anno ha fatto persino di più, gettando la palla tra i piedi dei suoi fin dal primo istante in cui gli azzurri hanno messo piede sul terreno di gioco circondato dalle montagne. Almeno ieri, niente lavoro«a secco»,ovvero parte atletica cancellata. Una seduta senza nulla di massacrante, giusto un riscaldamento di una manciata di minuti, prima di attaccare con qualche esercitazione sul pressing, con il gruppo diviso nelle due metà campo(portieri a parte). Rafa vuole la finalizzazione, non certo il possesso palla alla tiki-taka. Gli allenamenti, curati dal fido Paco de Miguel, sono per certi versi un po’ ripetitivi, con questi torelli che servono a sviluppare la tecnica e la precisione. Benitez del resto è uno studioso, maniacale, ossessionato dalla disciplina in campo. Tanto che ai tempi del Valencia studiava il basket per adattare il continuo movimento sul parquet anche al calcio. E non è un caso che la sua voce si senta solo una volta quando chiede maggiore grinta nell’attaccare il possessore di palla. L’allenamento di Dimaro si conclude con l’immancabile partita in nessuna esercitazione Rafa fa sparire il pallone che si conclude con la rete di Pandev. Rafa in questi giorni è attentissimo anche al settore giovanile: deve scegliere chi tenere con sé e chi invece far crescere giocando altrove. D’altronde non gli resta che far di necessità virtù: i big mondiali non ci sono ed è giusto provare i più bravi della squadra di Saurini. Tra questi ce ne sono alcuni molto bravi e desiderosi di mettersi in vista: occhio a Roberto Insigne, per esempio. Lorenzo il fratello più grande, ricomincia con la solita grinta e con il solito look delle scarpe colorate già visto in Brasile. Hamsik invece ha già la cresta perfettamente in ordine per la prima uscita qui in montagna. In palestra, per tutto il tempo, restano Gamberini e Donadel, presenti un po’ a sorpresa.
Il Mattino